Raggiungere Machu Picchu, percorrendo il Salkantay Trek, è sempre stato il mio sogno fin da quando ho scoperto l’esistenza dell’antica e più famosa rovina Inca.
Per tre anni ho provato a organizzare un viaggio in Perù, ma senza mai riuscirci e oggi sono contento di questo, perché altrimenti non mi sarei goduto questo Paese, come invece ho fatto, a causa del poco tempo a disposizione.
Per visitare Machu Picchu avrei dovuto raggiungere Aguas Calientes a bordo di un treno e da lì salire fino all’antica rovina, ma non era quello che sognavo.
Sembrerò strano o fuori di testa, ma il mio desiderio era raggiungere Machu Picchu con le mie gambe. Avrei voluto percorrere il Salkantay Trek godendomi ogni passo, ogni punto panoramico che si sarebbe presentato ai miei occhi.
Pertanto se fossi riuscito a venire in Perù negli anni precedenti, cioè durante le due settimane di vacanza, mi sarei perso tutto quello che sono riuscito a vedere in questi due mesi.
Nella vita nulla accade per caso e ciò che in passato mi ha procurato rammarico, oggi mi regala gioia.
COME RAGGIUNGERE MACHU PICCHU
Per raggiungere Machu Picchu ci sono due opzioni: la prima è raggiungere, comodamente in treno, Aguas Calientes, la piccola cittadina situata ai piedi della montagna e porta d’accesso alla rovina Inca e da lì scegliere di salire in bus o a piedi.
La seconda, invece, è raggiungere Machu Picchu con le proprie gambe percorrendo uno dei vari trekking che raggiungono la città.
Per la precisione, solo uno dei trekking arriva direttamente a Machu Picchu e ora vi dico quale. Gli altri, fanno tappa ad Aguas Calientes.
Il trekking più battuto e famoso che arriva direttamente alla rovina, è l’Inca Trail o il cammino Inca, dalla durata di otto giorni, che ripercorre l’antica via utilizzata dagli Inca per spostarsi da Cusco a Machu Picchu e viceversa.
L’idea di camminare su una delle strade più importanti durante l’impero Inca, incuriosisce tanti visitatori da tutto il mondo.
Una variante di questo trekking è l’Inca Jungle Trek, dalla durata di tre giorni, durante i quali è possibile prendere parte ad attività adrenaliniche come il rafting o lo zipline.
Un terzo trekking, a detta di molti il più bello e scenografico dei tre, è il Salkantay Trek, dalla durata di cinque giorni.
IL SALKANTAY TREK
Il Salkantay Trek è abbastanza duro e non adatto a tutti. La giornata più impegnativa è senza dubbio la seconda, quando si raggiunge e oltrepassa il passo del Salkantay a più di 4600 m s.l.m.
Durante la nostra estate, le temperature sono molto rigide e le prime due notti potrebbero essere poco piacevoli nel caso non si fosse ben equipaggiati.
Se non si amano i trekking e la fatica, il freddo pungente della montagna e il caldo umido della selva, le salite spacca gambe e non si ha tanto spirito di adattamento, sarebbe meglio evitare il Salkantay Trek.
Il trekking inizia tra le Ande e termina a Machu Picchu, situata alle porte dell’Amazzonia e durante i cinque giorni di cammino, il paesaggio cambia notevolmente, così come le temperature.
COME ORGANIZZARE IL SALKANTAY TREK
Per il Salkantay Trek ci sono due alternative: affidarsi a un’agenzia turistica o farlo in autonomia.
Io ho scelto di affidarmi a un’agenzia, perché non avevo con me tutto il materiale necessario per accamparmi.
Una coppia di ragazzi conosciuti durante il Santa Cruz Trek, mi aveva consigliato l’agenzia Machu Pichu Reservation e, dopo aver girato un po’ tra le varie agenzie presenti a Cusco, ho deciso di prenotare tramite loro.
Per farlo in autonomia, dovreste avere o nel caso noleggiare, l’attrezzatura necessaria per accamparvi e sopravvivere cinque giorni portando un notevole peso sulle spalle.
Oltre a questo, dovreste raggiungere il punto iniziale del cammino e da lì procedere in solitaria o magari unendovi ai vari avventurieri.
Viaggiare in solitaria non significa star sempre da soli, anzi nella maggior parte dei casi è esattamente il contrario e unirsi ai gruppi o alle agenzie per vivere alcune esperienze, può essere una buona occasione per conoscere altri viaggiatori.
Se avessi fatto il Salkantay Trek in autonomia, non avrei conosciuto tantissimi ragazzi con i quali ho condiviso momenti bellissimi, ma anche tanta fatica.
Non avrei conosciuto Lulù, un ragazzo francese in viaggio da un anno intorno al mondo che mi ha fortemente consigliato di provare la scalata al Huayna Potosì, in Bolivia.
Una volta rientrati dal trekking, con alcuni di questi ragazzi abbiamo organizzato altre avventure e altri tour, prima di salutarci e riprendere ognuno le proprie strade.
DURATA DEL SALKANTAY TREK
Generalmente il Salkantay Trek dura cinque giorni. Si parte da Cusco la mattina del primo giorno e si rientra la sera del quinto.
Alcune agenzie organizzano il trekking, anche con una durata inferiore o superiore, ovviamente togliendo o aggiungendo alcune tappe.
DISLIVELLO E DIFFICOLTÀ
GIORNO 1: Cusco – Soraypampa – Laguna Humantay – Quiswarniyoc Camp
Quattro ore di auto per raggiungere Soraypampa da Cusco. Da qui circa un’ora di cammino e poco meno di 300 m di dislivello per raggiungere la Laguna Humantay. A seguire 40 minuti di cammino per raggiungere Quiswarniyoc Camp a 4000 m s.l.m.
GIORNO 2: Quiswarniyuc – Passo del Salkantay – Chaullay Camp
Distanza: 20 km
Dislivello: 2360 m (630 m di salita e 1760 m di discesa)
Ore di cammino: 8/9
GIORNO 3: Chaullay – Santa Teresa
Distanza: 16 km
Dislivello: 810 m (discesa)
Ore di cammino: 5
GIORNO 4: Santa Teresa – Llactapata – Aguas Calientes
Distanza: 23 km
Dislivello: 2090 m (1290 m di salita e 800 m di discesa)
Ore di cammino: 8
GIORNO 5: Aguas Calientes – Machu Picchu – Aguas Calientes – Hidroeléctrica
Distanza: 16 km + 4000 gradini (tra salita e discesa)
Dislivello: 800 m (salita e discesa)
Ore di cammino: 7/8
COSTO DEL SALKANTAY TREK
Il costo del Salkantay Trek varia in base a diversi fattori e a quale agenzia si scelga.
Io riporto la mia personale esperienza e ciò che ho speso con l’agenzia Machu Picchu Reservation.
Una variabile del costo è il mezzo di trasporto scelto per ritornare a Cusco da Hidroeléctrica. Le opzioni sono due: in treno o in bus. La prima opzione è più rapida e comoda e di conseguenza più costosa, mentre la seconda, più lenta e scomoda, è più economica.
Un altro fattore che incide sul prezzo è la possibilità di aggiungere al trekking la tappa facoltativa Llactapata.
Salkantay Trek con bus per Cusco: 180 $
Rovina Llactapata: 20 $
Montagna Machu Picchu: 20 $
Montagna Huayna Picchu: 20 $
In autonomia il prezzo è sicuramente inferiore, ma non avendolo fatto personalmente, non saprei indicarvi quanto potrebbe costare.
COSA PORTARE DURANTE IL TREKKING
Con agenzia
- Acqua
- Snack
- Protettore solare (siamo in altura ed il sole è forte)
- Giacca a vento
- Abbigliamento molto caldo ma anche t-shirt
- Scarpe da trekking
- Antipioggia (qui il clima cambia rapidamente)
- Guanti e cappello di lana
- Cappello con visiera
- Occhiali da sole
- Torcia
- Carta igienica
- Burro cacao
Per consigli tecnici su abbigliamento, accessori e attrezzatura, clicca QUI.
In autonomia:
- Necessario per accamparsi (tenda, sacco a pelo molto caldo, materassino)
- Necessario per cucinare (fornellino da camping, ricarica di gas, coltellino svizzero, pentolino)
- Acqua (finiti i primi due litri potrete far bollire e bere l’acqua dei fiumi)
- Cibo (frutta disidratata, riso, cibo in scatola cercando di rimanere il più leggeri possibili)
- Snack
- Protettore solare (siamo in altura ed il sole è forte)
- Giacca a vento
- Abbigliamento molto caldo ma anche t-shirt
- Scarpe da trekking
- Antipioggia (qui il clima cambia rapidamente)
- Guanti e cappello di lana
- Cappello con visiera
- Occhiali da sole
- Torcia
- Carta igienica
- Burro cacao
Per consigli tecnici su abbigliamento, accessori e attrezzatura, clicca QUI.
QUANDO ANDARE
Il periodo migliore per visitare le Ande è senza dubbio la stagione secca che va da aprile ad agosto, ma è anche la stagione più fredda, pertanto consiglio un abbigliamento molto caldo e un buon sacco a pelo.
Il Salkantay Trek è realizzabile anche durante i restanti mesi, ma con un’alta probabilità di precipitazioni e con il rischio di non riuscire a vedere Machu Picchu a causa delle fitte nubi.
LA MIA AVVENTURA AL SALKANTAY TREK
GIORNO 1: CUSCO – QUISWARNIYOC CAMP
Finalmente è arrivato il tanto atteso giorno della partenza.
Alle 5:00 sono già in agenzia, insieme al mio gruppo, pronti per partire per quella che si prospetta essere una meravigliosa avventura.
Dopo circa quattro ore in bus, inclusa la sosta a Mollepata per fare colazione, raggiungiamo Soraypampa a 3912 m s.l.m. e lasciamo definitivamente il bus. D’ora in poi sarà compito delle mie gambe e della mia forza di volontà, portarmi a destinazione.
La prima tappa è la meravigliosa Laguna Humantay, situata a 4250 m s.l.m, ai piedi della montagna dalla quale prende il nome.
Raggiungerla risulta alquanto faticoso data l’altitudine e la pendenza, ma una volta arrivato, dopo circa un’ora di cammino, ogni sforzo viene pienamente ripagato da uno scenario mozzafiato.
Le alte montagne innevate circondano la laguna, nelle cui acque si riflettono le bianche vette.
Lo spettacolo della natura che si mostra ai miei occhi è qualcosa d’indescrivibile. Siamo solo all’inizio del Salkantay Trek e mi ha già regalato un’emozione grandissima.
Lasciata la laguna, ci mettiamo in marcia verso il nostro primo accampamento, il Quiswarniyoc Camp, uno dei luoghi più belli dove abbia mai dormito.
La prima notte la passerò all’interno di una capanna triangolare dal tetto in paglia e dalla porta vetrata.
Una volta sistemati, raggiungiamo un punto panoramico dal quale possiamo goderci il tramonto con vista sull’imponente montagna Salkantay, situata esattamente alle spalle del nostro accampamento.
Il paesaggio è magico e man mano che il sole lentamente si abbassa, inizia a colorare la neve prima di un giallino pallido, poi di un arancione sempre più intenso.
Il giorno lascia spazio alla notte e la natura mi regala qualcosa di indescrivibile.
Rientrati all’accampamento decido di sfidare il freddo pungente e le basse temperature, abbondantemente sotto lo zero, e godermi il meraviglioso cielo stellato.
Lo sguardo è rivolto verso l’alto e la via lattea si mostra in tutto il suo splendore. Sono solo e infreddolito, vicino a me solo qualche Lama, ma questo spettacolo resterà indelebile nel mio cuore.
GIORNO 2: QUISWARNIYUC – CHAULLAY CAMP
Iniziamo il secondo giorno di trekking, il più duro dato che oggi copriremo circa 20 km e oltrepasseremo il Passo del Salkantay a 4600 m s.l.m.
Alle 6:30 siamo già in marcia. La temperatura è rigida, ma man mano che camminiamo ci riscaldiamo. Lo zaino sulle spalle pesa, siamo oltre i 4000 m e il ritmo non può essere che lento.
Durante il cammino facciamo diverse soste, un po’ per rifiatare e un po’ perché Irvin, la nostra guida, ci spiega diverse cose su ciò che stiamo vedendo, sulla comunità che vive qui e in generale sul Perù.
È veramente interessante ascoltare le sue spiegazioni e i suoi racconti e, dal modo in cui lo fa, trasmette tutto il suo amore per il suo Paese. Negli anni ho incontrato diverse guide, ma reputo Irvin una delle più brave mai avute.
Dopo circa tre ore e mezza e alcuni tratti veramente duri, raggiungiamo il Passo del Salknatay, la parte più alta del trekking, a 4600 m s.l.m.
Amo essere tra le montagne, circondato da cime innevate e paesaggi indescrivibili.
Piccola sosta, relax, foto ed è tempo d’iniziare la discesa verso il secondo accampamento che raggiungiamo dopo circa altre sei ore di cammino, inclusa la sosta pranzo.
Ci troviamo al Chaullay Camp a “soli” 2900 m s.l.m. e di conseguenza le temperature sono più miti.
La sistemazione è più confortevole e abbiamo anche più comodità, come la possibilità di farci una bella doccia calda al costo di 10 soles.
Qui il gruppo, anzi i due gruppi dell’agenzia, si uniscono molto. Ho incontrato delle bellissime persone e sono molto contento di questo.
La mancanza di Wifi e di connessione, fa sì che a tavola e durante il giorno si parli, invece di stare con la testa fissa sullo smartphone.
Siamo viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo ed è bellissimo scambiarci consigli, opinioni, raccontarci avventure passate e desideri futuri.
GIORNO 3: CHAULLAY – SANTA TERESA
Anche oggi la sveglia suona molto presto. Sono le 6:00 e le guide ci servono il solito mate di coca, un infuso a base di foglie di coca, prima di far colazione e di metterci in marcia.
Il percorso è molto semplice, piccole salite alternate a tratti pianeggianti o in discesa.
Ci stiamo dirigendo verso le porte dell’Amazzonia e di conseguenza inizia a fare caldo.
Il paesaggio è completamente diverso dai primi due giorni. Le nuda roccia, ricoperta in parte da neve, lascia spazio a una vegetazione che diventa via via sempre più fitta.
A ciò si uniscono le piantagioni di caffè, coca, banane, avocado e tante altre. Le montagne si colorano di verde. Il nostro cammino, nella valle di Santa Teresa attraversata dal fiume Salkantay, dura 16 km.
Ad attenderci troviamo un van che ci porta al Santa Teresa Camp, dove ci sistemiamo, pranziamo e accettiamo la sfida a calcetto delle guide.
Non l’avessimo mai fatto. È stata una disfatta, ma un bel momento di divertimento e condivisione.
Nel pomeriggio siamo liberi. Alcuni si concedono qualche ora di relax alle terme, mentre io e alcuni ragazzi, rimaniamo al campeggio.
A Santa Teresa sono abituati a far festa con i vari gruppi del Salkantay Trek e noi, non siamo da meno.
Durante la cena iniziamo ad alzare un po’ il gomito e così tra un bicchierino e un po’ di musica andiamo a letto non prima delle 2:00.
GIORNO 4: SANTA TERESA – AGUAS CALIENTES
Fare festa e prendersi una sbronza prima di una giornata di trekking, non è una buona idea e lo imparo a mie spese.
Al solito itinerario del Salkantay Trek, aggiungiamo una tappa in più, Llactapata, un’antica rovina Inca dal quale è possibile vedere in lontananza le montagne Huayna Picchu e Machu Picchu.
Prima di arrivarci, facciamo sosta in una piantagione di caffè, dove ci viene spiegato tutto il processo di coltivazione, raccolta, essicazione e vendita.
Tutto questo mi porta con i ricordi all’esperienza vissuta in una finca di caffè a Salento, in Colombia.
Fa seguito, alla spiegazione, la degustazione di una buona tazza di caffè accompagnata da yuca, un tubero simile alla patata ma da un sapore un po’ più dolciastro.
Lasciata la piantagione di caffè iniziamo il cammino, che in circa tre ore tutte in salita, ci conduce a Llactapata. Che fatica!
Il trekking continua fino alla centrale hidroeléctrica, dove pranziamo, ci riposiamo un po’ e riprendiamo la marcia, di 12 km, sui binari che conducono ad Aguas Calientes.
In totale oggi abbiamo percorso 23 km, ma finalmente sono vicinissimo a realizzare il mio sogno. Finalmente Machu Picchu non è più così lontana. Non vedo letteralmente l’ora!
GIORNO 5: MACHU PICCHU – LA REALIZZAZIONE DI UN SOGNO!
Alle 3:30 sono già sveglio. Preparo le ultime cose e alle 4:00 mi ritrovo, all’ingresso dell’ostello, con alcuni ragazzi del gruppo che come me hanno deciso di raggiungere Machu Picchu a piedi (l’alternativa era quella di prendere il bus).
Ho le gambe veramente stanche e provate, dopo circa 60 km di trekking, ma ormai sono un passo dal sogno.
Non posso mollare e ciò che mi trasmette energia e soddisfazione, è il fatto di realizzarlo come l’avevo sempre immaginato.
Alle 4:20 siamo in coda vicino al ponte che sancisce l’inizio del cammino. Tra me e Machu Picchu ci sono “solo” 2000 gradini. Lo zaino pesa, ma ce la farò.
Ore 5:00, si apre il cancello e inizia la salita. Parto spedito, pensando a un unico obiettivo.
È buio, c’è tantissima gente e tutti vogliono arrivare prima degli altri e prima delle 6:00 ora in cui si apriranno i cancelli dell’antica rovina.
Dopo tanta, per non dire tantissima fatica, in quaranta minuti eccomi finalmente in cima, a pochi metri dai cancelli d’ingresso. Non ci credo. Sono troppo emozionato, ma anche completamente sudato e stanco.
Le gambe sono dure come la roccia e pulsano per il notevole sforzo.
Ore 6:00 ci siamo. Mostro il biglietto e il passaporto ed eccomi finalmente a MACHU PICCHU!!!
Raggiungo una delle prime terrazze panoramiche e porgo lo sguardo verso le rovine.
La città è quasi interamente coperta dalle nuvole e non voglio credere che il mal tempo rovini il mio sogno, ma resto fiducioso e spero che durante la giornata il sole splenderà mostrandola in tutta la sua bellezza.
Il sito è visitabile seguendo un percorso che va in un’unica direzione dall’alto verso il basso e una volta scesi tra le rovine, non si può più risalire.
La guida ci spiega la storia di questa meraviglia e poi ci saluta, in modo che possiamo essere liberi di girare e goderci il meritato spettacolo.
Ancora non ci credo, mi sembra un sogno. Dopo tanta attesa, dopo tanta fatica, ce l’ho fatta.
La bellezza di Machu Picchu non è data solo da ciò che hanno costruito gli Inca, ma soprattutto dove l’hanno costruita.
Il panorama circostante è da togliere il fiato. Le montagne sono ricoperte da una fitta vegetazione e le basse nuvole intrappolate tra esse, rendono lo scenario ancor più incantato.
A metà mattinata c’è troppa gente. La magia del posto scompare e sembra di ritrovarsi a Disneyland.
È giunta l’ora di andare. Metto il timbro sul passaporto, vi volto indietro per porgere l’ultimo saluto Machu Picchu e penso che magari un giorno ritornerò.
VIDEO DEL SALKANTAY TREK
CURIOSITÀ
Machu Picchu non è il nome della città come molti credono, ma il nome della montagna sulla quale è stata costruita.
In lingua Quechua machu significa vecchia e picchu significa montagna. Fu scoperta ufficialmente in modo casuale dall’esploratore statunitense Hiram Bingham (che ha ispirato il personaggio di Indiana Jones) nel 1911.
Nessuno sa il suo vero nome e per questo viene chiamata con il nome della montagna.
È incompleta, perché fu abbandonata durante la sua costruzione, quando arrivarono gli spagnoli.
Si trova a circa 2440 m s.l.m. tra Ande e Amazzonia.
INFO UTILI
Il primo ingresso a Machu Picchu è alle ore 6:00 e a seguire ogni ora fino all’ultimo ingresso alle ore 14:00.
Il mio consiglio è quello di prendere il primo ingresso, in modo da godersi il sito con poca gente, perché a metà mattinata, soprattutto nei mesi di alta stagione, è veramente troppo pieno e perde tutto il suo splendore.
Per entrare, oltre al ticket, bisogna esibire anche il passaporto, quindi non dimenticatelo altrimenti resterete fuori.
Ci sono due modi per salire fino a Machu Picchu: a piedi percorrendo i 2000 gradini o in bus.
Il prezzo del bus è di 12,50 $ solo andata e il doppio per andata e ritorno. Non siete obbligati a comprare le due tratte insieme, quindi potreste salire a piedi e decidere di scendere in bus o viceversa.
Per comprare il biglietto del bus è necessario il ticket d’ingresso a Machu Picchu e il passaporto. L’orario del bus dipende dall’orario d’ingresso al sito.
Nei pressi della fermata, ad Aguas Calientes, sono presenti dei cartelli che indicano l’ora d’ingresso, in modo che ognuno possa mettersi in coda rispettando il proprio orario d’ingresso.
Il sentiero pedonale, invece, apre alle ore 5:00, ma una volta giunti ai cancelli di Machu Picchu, bisognerà attendere l’ora indicata sul biglietto d’ingresso.
Oltre a visitare la città, è possibile salire sulle montagne Machu Picchu e Huayna Picchu, acquistando il rispettivo ticket.
Per entrambe le montagne sarebbe opportuno acquistare i biglietti d’ingresso con largo anticipo, soprattutto in alta stagione.
La città di Machu Picchu è stata costruita a forma di condor, l’animale simbolo delle Ande e, dalla sommità di Huayna Picchu, la forma è ben distinguibile.
Visitando la città di Machu Picchu, non perdetevi il Ponte Inca e la Porta del Sol l’antica porta d’accesso alla città.
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