Dopo la breve esperienza in Paraguay sono rientrato in Brasile dove, dopo aver esplorato parte della sua immensa e bellissima costa da Balneário Camboriù fino allo Stato di Bahia, ho iniziato la mia risalita verso nord dal versante occidentale e cioè quello più selvaggio che dal Pantanal porta in Amazzonia.
Lasciata Asunción, ho raggiunto Campo Grande la capitale dello Stato Mato Grosso do Sul e punto di partenza della mia avventura, ovvero tre giorni di tour into the wild alla scoperta del PANTANAL DEL SUD, la più grande zona paludosa del mondo situata per la maggior parte della sua estensione in Brasile e in piccola parte divisa tra Bolivia e Paraguay.
A Campo Grande ho scelto di sistemarmi al Rodrigo Hostal, situato leggermente fuori città in una zona tranquilla, non lontano dal terminal degli autobus e con il quale ho organizzato il mio tour.
Il Pantanal, che significa per l’appunto “zona umida”, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2000 per la straordinaria varietà di flora e fauna che ospita, si divide in due grandi aree, quella del nord e quella del sud, simili tra loro, ma in base a quanto mi è stato detto in quello settentrionale è più facile avvistare alcune specie di animali, tra i quali il giaguaro ed è per questo molto più turistico e di conseguenza caro, rispetto a quello del sud. Io per una serie di eventi, mi sono fermato nella parte meridionale, speranzoso di incrociare lo sguardo con il felino più grande del Sud America.
Se devo essere sincero ho avuto qualche dubbio sul voler o meno scoprire questo angolo del Brasile, perché dopo aver trascorso cinque giorni in Amazzonia in Perù nella Riserva Pacaya Samiria e dopo altri tre giorni di tour nell’Amazzonia boliviana a Santa Teresa de Yucuma, sarebbe stata la ripetizione di un’esperienza molto simile alle precedenti, ma la voglia di ammirare da vicino un giaguaro ha preso il sopravvento e ogni dubbio è stato cancellato.
Ora c’era da capire se la mia voglia avrebbe combaciato con la realtà e quindi con la fortuna, perché quando si tratta di animali selvatici, il 90% del successo di avvistamento dipende dalla fortuna e il restante 10% dalla bravura della guida. Non lasciatevi abbindolare da chi vi promette avvistamenti di ogni genere, perché questi tour non si svolgono in uno zoo, dove purtroppo gli animali sono in gabbia e non possono muoversi, ma nel loro habitat, dove gli animali si spostano in base alla necessità di cibo, acqua e in base alle varie stagioni. I predatori o gli animali inferiori di numero sono più difficili da avvistare. Mi ricordo che quando andai in Amazzonia in Perù, avevo come obiettivo quello di vedere un anaconda e in quella occasione la fortuna fu dalla mia parte.
GIORNO 1 – BEM-VINDO NO PANTANAL
Questa nuova esperienza è iniziata di buon mattino, quando con i miei compagni di avventura, siamo partiti a bordo di un piccolo van e in circa 4h30 minuti, inclusa una breve pausa pranzo, abbiamo raggiunto la Pousada Santa Clara situata nel cuore del Pantanal del sud, circondata da natura. La struttura offriva una doppia tipologia di sistemazione, ovvero la parte più confortevole con camere private o suite, ristorante, piscina e Wi-Fi e la parte adibita a camping situata lungo le sponde del fiume Aboral formata da un dormitorio comune e semplici costruzioni in legno. La nostra sistemazione non poteva che essere il camping, così dopo esserci registrati, ci siamo immediatamente recati nei pressi del fiume, dove abbiamo conosciuto la nostra guida ed abbiamo iniziato questo tour raggiungendo gli altri ragazzi impegnati con la pesca dei piranha.
Il sole era caldo e lungo la riva, oltre ai ragazzi intenti a pescare o per lo meno a provarci, c’erano diversi caimani Jacarè e io non potevo non approfittarne per scattare qualche foto. Avevo già avuto la fortuna di vedere questi bellissimi esemplari in Bolivia, ma non da così vicino.
Dopo cena avrei voluto immortalare il cielo notturno, ma c’erano troppe nuvole e così mi sono fermato un po’ lungo le sponde del fiume cercando di udire i versi degli animali e osservando i luminosi occhi dei caimani che riflettevano i timidi raggi lunari. Amo questi luoghi e queste situazioni per quello che riescono a trasmettere. Il silenzio, l’oscurità mi davano la possibilità di viaggiare con la fantasia, di pensare al passato e immaginare il futuro. Quando ero in posti come questo, tra i tanti pensieri che mi frullavano per la mente, il più ricorrente era quello del cambio vita, della mia scelta di lasciare tutto per partire. Mi chiedevo sempre cosa sarebbe successo se non l’avessi fatto e se sarei mai riuscito a vedere tutte queste meraviglie della natura.
GIORNO 2 – A “CACCIA” DEL GIAGUARO
Sveglia poco prima dell’alba, colazione e via in barca lungo il fiume con la speranza di ammirare il giaguaro oltre ai “soliti” capibara (il roditore più grande del mondo), caimani e varie specie di uccelli.
Verso metà mattina il caldo era insopportabile ed era indispensabile bagnarsi la testa per cercare di rinfrescarsi un po’.
Il primo tentativo di avvistamento del felino, era andato male. Non erano bastate le tre ore di navigazione, nonostante la settimana prima lo avessero visto per ben tre volte.
Nel pomeriggio, subito dopo pranzo, ci siamo goduti una bella passeggiata a cavallo durata un paio d’ore che ci ha permesso di raggiungere luoghi più addentrati e che con un pizzico di fortuna, ci avrebbe dato la possibilità di ammirare altre specie di animali che vivono un po’ più lontano dal fiume, ma così non è stato.
L’attività pomeridiana è continuata con un tour in 4×4 percorrendo altri sentieri e raggiungendo il luogo nel quale era stato avvistato il giaguaro, ma oltre a diversi capibara non abbiamo visto nient’altro. Sinceramente questo giro in jeep l’avrei evitato volentieri, perché il frastuono provocato dal rumore del motore metteva in allerta gli animali che, sentendoci arrivare, fuggivano e si nascondevano nella fitta vegetazione.
In questo tour sto notando molte differenze rispetto alle esperienze nell’Amazzonia peruviana e boliviana. Purtroppo, anche se il turismo aiuta l’economia dei Paesi, molte volte diventa controproducente. Il turismo di massa provoca cambiamenti. La maggior parte della gente cerca in posti naturali come questo, la comodità e le popolazioni locali pur di lavorare, rendono tutto molto finto. In Perù navigavo il fiume a bordo di una canoa non motorizzata sentendo solo il verso degli animali, il rumore del vento che scuoteva gli alberi e del remo che impattava con l’acqua. Gli animali non erano disturbati dalla nostra presenza e non si spaventavano.
La delusione del secondo e penultimo giorno senza nessun avvistamento che mi entusiasmasse, è stata addolcita dallo spettacolo che mi ha regalo il cielo notturno, oscuro, ornato di luminose stelle e velate nuvole, che si presentava come un capolavoro pronto per essere fotografato.
GIORNO 3 – THE END
Il tempo è passato velocemente e così mi sono ritrovato già all’ultimo giorno di tour. Le prime ore della mattinata le abbiamo dedicate ad una passeggiata tra la fitta vegetazione, letteralmente presi d’assalto dalle zanzare che non ci lasciavano neanche un secondo di tregua. Credo di non aver mai sofferto così tanto per questo piccolo e odioso insetto, nonostante fossi tutto coperto. Il caldo e l’umidità erano sfiancanti, così come la mancanza di animali e soprattutto del giaguaro, del quale abbiamo trovato solo alcune tracce del suo passaggio, come carcasse di animali morti e mangiati da questo meraviglioso e potente felino.
Mentre lottavo con le zanzare, la nostra guida ci mostrava alcune piante medicinali e ci spiegava per cosa vanivano usate.
Rientrato al camping mi sono rinfrescato nel fiume, ma sempre con gli occhi ben aperti per vedere dove fossero i caimani, prima di pranzare e rimetterci in marcia per fare rientro a Campo Grande.
Un’altra avventura era terminata. Ero arrivato qui speranzoso e fiducioso di poter vedere il giaguaro, l’ultimo grande animale che sognavo di fotografare durante questo bellissimo viaggio, ma purtroppo questa volta non ho avuto fortuna. Pazienza.
COME ORGANIZZARSI
Io ho organizzato tutto in ostello, ma l’agenzia di riferimento era la Eco Adventures Travel che propone diverse soluzioni di tour e sistemazioni.
QUANDO ANDARE
Essendo una vasta zona paludosa, il periodo migliore per visitare il Pantanal è durante la stagione secca che va da metà maggio a metà agosto. Durante la stagione delle piogge si potrebbero presentare importanti allagamenti che renderebbero difficili gli spostamenti. Tuttavia a causa dei cambiamenti climatici, anche l’andamento delle precipitazioni sta mutando nel tempo. Io per esempio mi sono recato nel Pantanal a fine febbraio senza trovare pioggia.
COSA PORTARE
- Repellente (ESSENZIALE)
- Protettore solare
- Cappello
- Occhiali da sole
- Impermeabile
- Macchina fotografica
- Torcia frontale
DURATA DEL TOUR
Si può scegliere tra diverse tipologie e durata di tour. Io ho scelto quello di tre giorni perché avevo già vissuto esperienze simili.
6 commenti
Ciao, posso sapere il costo e se quindi si può prenotare direttamente in loco?
Grazie mille
Ciao Matilde, se non ricordo male io pagai intorno ai € 150,00. Io ho prenotato tutto in loco senza alcun problema 😉
Ciao Fabio, sarei interessato ad un tour nel Pantanal ad Agosto. Pensi si possa prenotare direttamente in loco oppure è necessario contattare prima dall’Italia? Per quanto riguarda i costi, intendi 150 euro al giorno tutto compreso?
Ciao Andrea,
Io prenotai tutto in loco, ma non avevo fretta né vincoli di tempo. Il prezzo di €150 era per tutti e tre i giorni, ma da allora sono passati 5 anni, quindi credo che i prezzi siano aumentati.
ciao!
Sono Barbara Imineo
volevo segnalarti che una persona che si fa chiamare ROBERTO STERN ha pubblicato il tuo racconto su PANTANAL sulla sua pagina FB come se lo avesse scritto lui
la foto del suo profilo FB è di lui con un pareo viola
è un millantatore
Prende foto e racconti anche protetti da copyright e li pubblica
Non credo sia giusto nel rispetto di chi questi viaggi li ha fatti davvero
Ha anche due pagine FB
IL MONDO CHE HO CONOSCIUTO
E
IL MIO VIAGGIARE
Buona serata
Barbara
Ciao Barbara, GRAZIE MILLE per la tua segnalazione <3. Purtroppo ogni suo post è la copia di un articolo di blog e ho già contattato questo imbroglione per richiedere la rimozione dei 2 post (ha copiato anche l'articolo che parla dell'attraversata del Rio delle Amazzoni) e l'ho segnalato a FB, oltre ad avvisare altri blogger. Grazie ancora per la tua segnalazione.
Fabio