Continua il mio viaggio alla scoperta dell’Ecuador. Giungo a MOMPICHE, piccola località balneare situata nella provincia di Esmeralda. A primo impatto ci sono due cose che attirano la mia attenzione. La prima, è la quasi mancanza di veicoli motorizzati, ad eccezione delle moto taxi, mentre la seconda è la mancanza di asfalto o cemento per le strade. C’è solo ed esclusivamente un manto sabbioso ben compatto e per questo motivo, la maggior parte delle persone cammina in infradito o scalza e ciò mi trasmette una meravigliosa sensazione di libertà. A completare il tutto, ci sono le costruzioni quasi tutte in legno o bambù. Si, questo luogo, mi ha già conquistato.
La mia base, durante la permanenza in Ecuador, è sempre stata Quito e da qui mi sono mosso verso le varie destinazioni. Per arrivare a Mompiche, ho preso un bus notturno fino alla città di Esmeralda, al costo di $ 11,00 e da qui un altro fino a giungere a destinazione al costo di $ 4,00.
Come già scritto nell’articolo di Puerto Lopez, questa non è la stagione migliore (maggio/giugno) per visitare le spiagge ecuadoregne e di conseguenza anche qui trovo ad accogliermi, un bel cielo grigio.
Il tempo di trovare un ostello dove alloggiare e sistemarmi e via verso il mare. La marea è bassissima e per questa ragione ai miei occhi appare una spiaggia immensa. Con il passare delle ore, però, la marea inizia ad alzarsi, fino a ricoprire totalmente la spiaggia. Non avevo mai visto una cosa del genere. Rimango esterrefatto d’avanti alla natura.
Il giorno successivo, monto su un moto taxi ($ 3,00) con destinazione ISLA PORTETE, località super turistica durante l’alta stagione. L’ultimo tratto, per giungerci, lo faccio in barca ($ 0,50), perché appunto trattandosi di un’isola, è impossibile raggiungerla via terra. L’isola è piena di palme, strutture balneari semi deserte, qualche turista e niente più. I bambini giocano liberamente, ed io ne approfitto per scattargli qualche foto. Ovviamente col sole sarebbe stata tutta un’altra cosa, ma purtroppo non posso farci niente.

Isla Portete
Stare così in spiaggia è noioso, così parlando con un pescatore della zona, contratto al costo di $ 10,00 un tour verso la ISLA JUPITER, un’isola vergine dove è ancora possibile ammirare flora e fauna nativa. Il percorso per arrivarci è bellissimo. Sembra quasi di essere in Amazzonia. Con una piccola barca navighiamo tra la fitta vegetazione, mangrovie, fiumi piccolissimi e dai bassi fondi, tanto da arenarci un paio di volte, alternati a fiumi molto più grandi. La navigazione è accompagnata dalla vista di varie specie di uccelli, pesci ed anche qualche piccola manta. Che spettacolo. Dopo qualche ora, arriviamo a destinazione. L’isola non mi entusiasma molto, ma questa esperienza è assolutamente da fare perché il panorama ammirato durante il percorso, è veramente bellissimo. Piccola sosta sull’isola e via.

Granchio rosso – Isla Jupiter
Come scritto in precedenza, qui la marea sale tantissimo ed al ritorno sembra quasi di percorrere altri canali, perché l’acqua ha sommerso diverse piccole isolette, i tronchi delle mangrovie e i piccoli corsi d’acqua non sono più così bassi da non poter navigare con il motore accesso.
Ultima tappa, qui a Mompiche, è PLAYA NEGRA, chiamata così per via del colore della sabbia, per l’appunto nera, situata in una conca circondata da alte montagne. Come al solito, arrivo qui a bordo di una moto taxi al costo di $ 2,00. La spiaggia, immensa, è semi deserta e la mia attenzione ricade immediatamente su un gruppo di pescatori intenti a ritirare le reti dal mare. Mi avvicino ed inizio a scattare qualche foto e filmarli, ma senza disturbarli. Qualcuno si accorge della mia presenza e mi regala qualche sorriso. Mi chiedono da dove venissi e se fossi un fotografo. In realtà non credo di esserlo, ma di avere una gran passione, questo sì.

Pescatori – Playa Negra
Ecco, finalmente ci siamo. La rete piena, è quasi fuori dall’acqua. Al suo interno tante specie di pesci ed anche, purtroppo, tante piccole mante ed una grande più di un metro. Non ne avevo mai visto una così. É bellissima. Fortunatamente la ributtano in mare, così come le più piccole ed i pesci non commestibili.
Dopo un’ora trascorsa con i pescatori, inizio a godermi la spiaggia, che a causa della marea diventa sempre più piccola. Ho il tempo di godermi un timido tramonto, prima che il sole risparisca nuovamente dietro le grigie nuvole e che l’oceano ricopra totalmente la sabbia.
La mia avventura a Momipche, finisce così, con una spiaggia meravigliosa. Oramai sono gli ultimi giorni in Ecuador, ma prima ho un’ultima tappa da scoprire.