I SOGNI
I sogni sono fatti per essere realizzati e non per restare chiusi nei cassetti con la speranza che un giorno si realizzino. I sogni vanno cercati, rincorsi e afferrati ed è stato proprio un sogno a portarmi qui a Manaus nel cuore della Foresta Amazzonia brasiliana. Durante il viaggio in Sud America ero già stato altre volte in Amazzonia in Ecuador, Perù e Bolivia e ogni volta avevo vissuto esperienze meravigliose e diverse tra loro e ciò che mi spingeva a recarmi in questo luogo, inserito nella lista delle sette meraviglie del mondo naturale, era la curiosità di scoprire una parte della nostra Madre Terra così selvaggia e avventurosa. A Manaus, però, ero giunto con un altro scopo, ossia navigare parte del Rio delle Amazzoni, il secondo fiume più lungo del mondo, nel tratto che collega la città capitale dello Stato Amazonas, con Belém situata nei pressi della costa orientale del Brasile, nello Stato di Parà.
Il Rio delle Amazzoni ha catturato la mia attenzione e curiosità fin da quando ero bambino, da quando l’ho studiato per la prima volta a scuola. Sono sempre stato attratto dalla natura e vedevo nella Foresta Amazzonica un luogo tanto lontano e difficile da raggiungere. Un sogno per un bambino di circa dieci anni.
Oggi quel bambino è cresciuto, ma fortunatamente non ha perso la voglia di avventura e quel luogo, che un giorno sembrava irraggiungibile, era a portata di mano.
La navigazione di parte del Rio delle Amazzoni era l’ultimo grande desiderio che mi ero prefissato di realizzare prima di partire verso la mia più grade avventura, ovvero il viaggio in Sud America zaino in spalle e via terra. Gli altri cinque luoghi che facevano parte della mia wishlist erano il trekking di quattro giorni per raggiungere la Ciudad Perdida in Colombia, il Salkantay Trek di cinque giorni per raggiungere Machu Picchu in Perù, il Salar de Uyuni in Bolivia, la Patagonia tra Cile e Argentina e le Cascate di Iguazù.
LA MIA AVVENTURA
Giorno 1 – Si parte!
Alle ore 9:00, dopo una ricca colazione, avevo già lasciato il Manaus Hostel la struttura nella quale ho soggiornato durante la mia permanenza a Manaus. Un ostello ben fatto con una bellissima terrazza panoramica adibita a sala per la colazione. Ero emozionato. Quel giorno tanto atteso era arrivato. Raggiunto il Porto Flutuante ho aspettato un po’, prima che aprissero l’imbarco, ma una volta ricevuto il via libera ed aver mostrato il biglietto e il passaporto, ero a bordo. Mi sono sistemato sul ponte del primo piano lungo la fila esterna, per godermi il panorama direttamente dalla mia amaca, che ho posizionato a prua.
L’attesa è stata lunga, anche a causa di un ritardo, ma finalmente alle ore 11:30 abbiamo lasciato il porto di Manaus. La sensazione era quella di trovarmi in un film. Lentamente ci siamo allontanati dalla terra ferma navigando sul Rio Negro e dopo circa un’ora, abbiamo raggiunto il Rio delle Amazzoni. L’incontro dei due fiumi era ben visibile grazie alle due differenti colorazioni dell’acqua che non si mescolavano tra loro. Abbiamo lasciato le acque quasi nere del primo fiume, per iniziare la navigazione sulle marroni del secondo. Il sole era alto nel cielo e ormai le sponde del fiume erano ricoperte solo da una fitta vegetazione.
Come un bambino felice, passeggiavo sul ponte. Ero ancora incredulo e stupito per la larghezza del fiume. In alcuni tratti facevo fatica a vederne le sponde. Era come se stessi navigando in mare.
Perlustrando la nave ho incontrato un altro ragazzo italiano, Mattia, anche lui in viaggio. Era accompagnato da una ragazza colombiana che aveva conosciuto in Perù e da allora avevano iniziato a viaggiare insieme. Avevano con loro una bottiglia di rum e tra un bicchierino e l’altro ci siamo raccontati le nostre avventure sudamericane fino a quando non è sopraggiunta una pioggia leggera che mi ha spinto a mettermi al riparo nella mia amaca e scrivere un articolo, ispirato dalla natura circostante.
La prima giornata volgeva al termine, ma non prima di aver ammirato un intenso tramonto dalle sfumature viola e dalle nere nubi cariche di pioggia tropicale. In lontananza i fulmini regalavano dipinti nel cielo ed io non potevo che essere felice.
Una volta giunta la notte, prima di sistemarmi in amaca per dormire, mi sono un po’ goduto l’oscurità sulla terrazza del catamarano. Ho scelto un posto riparato del vento, ho messo gli auricolari e ho lasciato che la mente e il cuore andassero via liberi verso sensazioni e pensieri positivi. Ero dove volevo essere. Ero felice!
Giorno 2 – Santarem
La prima notte è andata abbastanza bene. Ho la fortuna di dormire senza problemi in qualsiasi situazione o luogo e in amaca ci avevo già dormito, quindi sapevo come sistemarmi per sentirmi il più comodo possibile, ma quando si condivide lo spazio con tante persone, può capitare qualche imprevisto. Verso le ore 2:30 del mattino, un signore posto con l’amaca non lontano dalla mia, ha decido di guardare alcuni video a tutto volume, non incurante di poter disturbare gli altri passeggeri. In realtà in Sud America è una cosa abbastanza comune quella di ascoltare musica o guardare video senza auricolari e senza porsi il problema che a qualcuno possa dar fastidio. Lo fanno per strada, negli autobus o dove capita.
Al terzo video gli ho chiesto di abbassare il volume e così ho ripreso il mio sonno profondo, fino alle ore 5:40, quando sono stato svegliato dal suono di una campanella, che annunciava la colazione. Avrei voluto regalarmi qualche foto all’alba, ma purtroppo pioveva.
La giornata scorreva lentamente. Passeggiavo sulla nave, parlavo con qualcuno per migliorare il mio portoghese e guardavo il paesaggio circostante. Alle ore 10:00 il pranzo. Non avevo mai pranzato così presto, neanche in ospedale. Riso, fagioli, spaghetti, aglio, olio, insalata e carne tutto in un unico piatto. Che bontà! Ormai ero in viaggio da più di un anno e mi ero abituato a questi piatti unici.
Alle ore 13:00 eravamo a Obibos un piccolo paesino situato nello Stato di Parà. Qui, come spesso accade in base a quello che mi hanno raccontato, siamo stati controllati della Polizia. Una volta saliti a bordo, gli agenti hanno invitato tutti i passeggeri a sistemarsi vicino alla propria amaca in modo da controllare documenti e bagaglio. Il controllo ha interessato anche me. Un agente mi ha chiesto di dove fossi e cosa trasportassi, il tutto mentre verificava il mio passaporto e lo zaino.
Ripartiti dopo circa 40 minuti, abbiamo raggiunto intorno alle ore 18:30 Santarém, località molto famosa e meta ambita dai turisti brasiliani e non, per le sue spiagge conosciute come i caraibi dell’Amazzonia.
Qui è scesa la maggior parte della gente, lasciando il catamarano semi deserta. La seconda notte l’abbiamo passata al porto, in attesa della partenza fissata per le ore 10:00 del giorno successivo.
Giorno 3 – Il fiume
Come ogni mattina, prima dell’alba venivo svegliato dal rumore della campana che indicava che la colazione fosse pronta. La giornata proseguiva lenta, come le due precedenti. La gente era cambiata e i nuovi saliti a bordo cercavo una sistemazione a prua. A Monte Allegre siamo stati fermi più di due ore per completare le operazioni di carico e scarico merci. Bisogna avere molta pazienza per fare un viaggio del genere, ma è questo il bello. Se non si avesse voglia di aspettare, non avrebbe senso imbarcarsi su un catamarano in Amazzonia, ma basterebbe prendere un volo interno tra Manaus e Belem. La bellezza di questi viaggi non sono la meta finale, ma l’esperienza che regalano, gli incontri, il lento mutare del paesaggio circostante.
Nel pomeriggio, mentre ero sulla terrazza, ho conosciuto il vice capitano con il quale mi sono fermato a parlare per chiedergli un po’ d’informazioni. La rotta che collega Manaus a Belem e viceversa, è lunga 1570 km, con la parte più stretta del fiume di 1,2 km e la più larga di 8 km. Ecco perché non riuscivo a vederne le sponde. 8 km di larghezza. Un gigante d’acqua che taglia in due la Foresta Amazzonica.
Nel frattempo, al bar, la gente aveva approfondito la propria conoscenza riunendosi in gruppi intorno ai tavoli intenti a giocare a domino, a carte, a parlare tra loro o ad ascoltare musica.
Il vice capitano mi aveva invitato a visitare la cabina di comando e incuriosito l’ho raggiunto nel pomeriggio. Successivamente gli ho chiesto di poter posizionarmi sulla prua della nave, nella parte chiusa ai passeggeri, per realizzare un time lapse e per scattare qualche foto.
Durante la notte, mentre eravamo fermi ad Almeirim, sono stato svegliato dalle urla dei venditori ambulanti che si aggiravano tra le amache cercando di vendere formaggio. Non sarà una rarità venire in Brasile e trovare venditori di formaggio fresco, stagionato e fuso, in ogni luogo, compreso le spiagge. Non capirò mai come si possa compare del formaggio fuso in spiaggia a quasi 40 °C. Mistero.
Giorno 4 – Il bivio
Credevo che il quarto giorno sarebbe stato come i precedenti. Sveglia, colazione, chiacchere in giro e relax sulla terrazza o in amaca, ma mi sbagliavo. L’ultima giorno di navigazione non è stato lungo il Rio delle Amazzoni, ma abbiamo virato verso sud-est lungo fiumi più piccoli, fino a sfociare a Furo Santa Maria per raggiungere Belem.
Essendo corsi d’acqua più piccoli e stretti, le sponde del fiume erano molto più vicine e questo mi dava la possibilità di ammirare meglio la fitta vegetazione e iniziare a scrutare delle piccole capanne fatte in legno o lamiera ondulata costruite lungo la riva. Per le famiglie che ci abitavano, il fiume rappresentava tutto. Usavano la sua acqua per pescare, lavarsi e lavare abbigliamento e utensili.
Un’altra cosa che ha suscitato la mia curiosità, era vedere dei bambini a bordo di piccole canoe in legno, avvicinarsi il più possibile alla nave in movimento e questo perché alcuni dei passeggeri lanciavano in acqua vestiti, soldi, cibo, qualsiasi cosa potesse servigli e galleggiasse, chiusi in alcuni sacchetti di platica per evitare che si bagnassero.
Quel bel gesto di solidarietà aveva, però, anche un fattore negativo, ovvero troppa plastica dispersa nell’ambiente. Purtroppo la plastica è un problema troppo serio e in alcuni luoghi c’è poca attenzione a riguardo. Durante la navigazione ho assistito a scene che mi irritavano e non poco. Molte persone lanciavano cicche di sigarette, fazzoletti, piatti e altro nel fiume, come se fosse una discarica e non uno dei luoghi più belli e importanti della nostra Terra.
Ad un certo punto, oltre alle piccole canoe, ho visto due lance sfrecciare lungo il fiume intente a raggiungerci. Sembrava un assalto dei pirati. Appena hanno raggiunto il fianco del catamarano si sono agganciati a noi, grazie alle cime lanciate a bordo e ben fissate da alcuni membri dell’equipaggio, per far sì che le lance fossero trainate e loro potessero issarsi a bordo. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo ed ero sbalordito dall’agilità di questi uomini e dalla pericolosità della loro azioni. Continuando a osservare, ho capito che si trattava di pescatori intenti a vendere gamberetti di fiume, sia all’equipaggio, sia ai passeggeri e per far ciò rischiavano tantissimo per guadagnarsi da vivere.
Ho ripreso questa scena dall’altro prima di scendere e raggiungerli per curiosare su tutto ciò che stessero vendendo.
Terminata la vendita, sono risaliti a bordo delle lance per far ritorno alle capanne, mentre i passeggeri consumavano i gamberetti freschi appena acquistati.
Vedendomi incuriosito qualcuno mi ha proposto di mangiare con loro, ma nonostante sia un amante dei crostacei e ami assaggiare qualsiasi cosa in giro per il mondo, ho preferito evitare perché se fossi stato male, non so come avrei potuto gestire la situazione essendo a bordo con decine di persone e non in un ostello.
La giornata è proseguita con una serie di conoscenze. Prima Luisa, una donna che si era recata a Santarém per il funerale del padre e parlando un po’ ero riuscito a strapparle qualche sorriso. Mi piace far ridere o sorridere la gente perché le aiuta a star meglio. Con il sorriso è tutto più bello, leggero e positivo.
Concludo la serata festeggiando il compleanno di Marina, una ragazza brasiliana che ha vissuto a Lecce per diversi anni. Con lei c’erano un suo amico belga e un’altra coppia di viaggiatori che avevo conosciuto poco prima al bar.
Giorno 5 – Belem
Beh in realtà il quinto giorno è durato solo poche ore, dato che alle ore 7:30 eravamo già in porto a Belem.
Dopo aver fatto colazione, ho smontato l’amaca e sono rimasto sempre vicino allo zaino per evitare spiacevoli incidenti. Ad accoglierci c’era una pioggia battente che non dava tregua, come se qualcuno sentisse il mio stato d’animo, quasi triste per aver terminato questa esperienza, ma il viaggio doveva proseguire e l’ultimo mese aveva ancora tante emozioni da regalarmi.
COME ORGANIZZARSI
Al contrario di quello che magari si possa pensare, la navigazione sul Rio delle Amazzoni non è una crociera di piacere riservata ai turisti che intendono cimentarsi in questa avventura, anzi tutt’altro. Le barche che collegano le varie città o paesi situati lungo le sponde del fiume, sono il mezzo di trasporto più rapido che utilizzano i locali per spostarsi in questo angolo di mondo. La navigazione Manaus-Belem dura cinque giorni, mentre il percorso inverso ne dura uno in più a causa della navigazione controcorrente.
Ci sono due tipologie d’imbarcazioni, quelle più vecchie in legno e quelle un po’ più moderne e sicure in ferro. Dopo essermi informato, ho prenotato il mio viaggio con la Ar Transporte situata a Manaus in rua Miranda Leão n.20 sala 1. L’ufficio è ben nascosto e si trova al primo piano di un portone chiuso con un’inferriata, cosa molto comune in alcune posti del Sud America.
La Ar Transporte vende biglietti sia per la nave N/M Amazon Star, sia per il catamarano Rondonia. Io, in base alla data scelta, mi sono trovato sul Catamarano Rondônia. In verità il biglietto si potrebbe acquistare direttamene nei pressi del Porto Flutuante luogo d’imbarco o direttamente prima d’imbarcarsi. Io ho preferito comprarlo prima per evitare di non trovare posto, dato che le imbarcazioni salpano una o due volte a settimana.
Per quanto riguarda la sistemazione si può scegliere tra una cabina per due persone, al costo di BR$ 1.200,00 o il passaggio in amaca al costo di BR$ 270,00. Io non potevo non scegliere il passaggio in amaca e così dopo aver acquistato il biglietto, ho acquistato la mia amaca al prezzo di BR$ 40,00 (circa 10 €) in uno dei tanti negozi presenti nella stessa via dell’agenzia Ar Transporte. In questi negozi avrete l’imbarazzo della scelta tra quale amaca prendere.
INFORMAZIONI NAVIGAZIONE
SISTEMAZIONE
Il primo consiglio che mi sento di dare è quello di raggiungere il porto con un po’ di anticipo rispetto all’ora d’imbarco, in modo tale da imbarcarsi tra i primi per poter scegliere il posto migliore dove sistemarsi.
Ci sono due possibilità: una sala interna con aria condizionata o sul ponte all’esterno. Nel caso si scelga la seconda opzione, il consiglio è di piazzare l’amaca a prua per evitare, o per lo meno ridurre, il rumore del motore e la puzza di nafta che si percepiscono a poppa.
Una volta sistemata l’Amaca, lasciate il vostro zaino sulla passerella in legno situata al centro della fila di amache, ma tenete sempre con voi le cose più preziose e durante le soste nei vari porti per permettere il carico e scarico di merci o l’imbarco o sbarco di passeggeri, restate sempre nei pressi dell’amaca perché salgono diversi venditori ambulanti per vendere cibo o accessori di qualunque tipo e perché qualcuno che lascia la nave potrebbe rubarvi qualcosa. Si sa, l’occasione fa l’uomo ladro.
Ovviamente questo discorso vale nel caso sceglieste la sistemazione in amaca, perché se invece doveste scegliere la cabina, beh non avreste nulla di cui preoccuparvi.
COSA MANGIARE
Durante il giorno è possibile acquistare tre pasti ad orari improponibili; colazione non più tardi delle 5:30, pranzo tra le 10:00 e le 11:00 e la cena tra le 16:00 e le 17:00.
Il pranzo e la cena hanno un costo di BR$ 15,00 e sono pressoché identici, ovvero un piatto unico contente riso bianco, spaghetti, insalata e a scelta carne o pollo. A colazione caffè o latte e caffè, sandwich con uovo fritto e un bicchiere di riso e latte a BR$ 5,00.
Durante le varie soste è possibile comprare la stessa tipologia di pranzo o cena anche dai venditori ambulanti che salgono sul catamarano o direttamente dal molo. I venditori gridano il prezzo del piatto, di solito è inferiore rispetto a quello del catamarano e lo passano grazie a dei lunghi bastoni ai quali collegano una busta contente la confezione in polistirolo ben chiusa. Una volta preso il contenitore, nella stessa busta si lasciano i soldi.
Sulla nave è presente un bar che vende caffè zuccherato, quindi se anche voi come me lo preferite amaro, chiedete all’addetto al bar di lasciarvene un po’ da parte prima che lo zuccheri. Ogni caffè costa BR$ 1,00. Al bar è possibile acquistare anche birra, bevande analcoliche e qualche snack. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di fare una piccola spesa prima d’imbarcarvi in modo da risparmiare ulteriormente e avere cose di vostro gradimento.
COSA PORTARE
- Amaca;
- Carta Igienica;
- Tappi per le orecchie (se avete il sonno leggero)
- Mascherina da notte (se la luce notturna vi disturba. Sul ponte ci sono delle luci sempre accese)
- Snack;
- Passaporto;
- Soldi in contanti;