“Io sono ancora qua, e già” dove il “qua” rappresenta l’Amazzonia. Dopo le mie avventurose esperienze in Ecuador, Perù e Bolivia tra animali selvatici, natura incontaminata e luoghi magici che resteranno per sempre impressi nel mio cuore, sono tornato per la quarta volta in uno dei luoghi più belli che abbia mia visto e non è un caso se la Foresta Amazzonica è inserita nella lista delle sette meraviglie del mondo naturale.
La mia destinazione era la città nata e sviluppatasi nel cuore della foresta, MANAUS capitale dello Stato Amazonas del Brasile e principale città di tutta l’Amazzonia con i suoi 2.000.000 di abitanti. Il motivo che mi ha spinto a raggiungere questo angolo remoto del Paese dopo un lunghissimo viaggio, era uno solo, ossia la realizzazione dell’ultimo grande desiderio che mi ero prefissato di realizzare prima di lasciare l’Italia per iniziare la mia avventura qui in Sud America, la navigazione del Rio delle Amazzoni da Manaus a Belém. Avevo sognato questo momento fin dal primo istante in cui ne ero venuto a conoscenza.
Gli altri cinque luoghi che facevano parte della mia wishlist erano il trekking di quattro giorni per raggiungere la Ciudad Perdida in Colombia, il Salkantay Trek di cinque giorni per raggiungere Machu Picchu in Perù, il Salar de Uyuni in Bolivia, la Patagonia tra Cile e Argentina e le Cascate di Iguazù.
Ognuno di questi luoghi rappresentava per me qualcosa di magico, di unico. Li avevo sognati per così tanto tempo che una volta raggiunti non riuscivo a credere ai miei occhi, alle mie emozioni.
Prima di imbarcarmi, però, ho trascorso alcuni giorni in città per cercare di organizzarmi al meglio, comprare il necessario per l’attraversata e conoscere un po’ di gente. Il Brasile è così grande e la gente così diversa tra le varie zone, che in alcuni momenti sembrava di essere in un altro paese.
La città, dal mio punto di vista, non ha molto da offrire, ma attira tantissimi visitatori che intendono scoprire l’Amazzonia con tour organizzati molto simili a quelli che ho avuto la fortuna di vivere in altri Paesi. Io, per ovvie ragioni, ho deciso di non ripetere l’ennesimo tour e così sono andato un po’ in giro tra le vie affollate della città e ovviamente al mercato, situato lungo le sponde del fiume Rio Negro. Durante i miei viaggi cerco sempre di visitare i mercati, perché trasmettono qualcosa di magico e rappresentano un popolo e le sue tradizioni. Passeggiare, guardare, udire i suoni o le grida dei venditori, sentire gli odori dei prodotti e parlare con la gente, può risultare monto interessante e divertente. In Sud America ho avuto la possibilità di vederne molti e alcuni sono stati veramente belli e indimenticabili come quelli di Cusco in Perù e Otavalo in Ecuador.
Appena entrato al Mercado Municipal Adolpho Lisboa mi sono reso conto che si trattava di un mercato non molto grande, con alcune bancarelle di souvenir adatte ai turisti in cerca di un ricordo, di alcuni banchi di alimentari e degli immancabili punti di ristoro, luoghi di solito piccoli e sporchi evitati da qualsiasi turista medio, ma che io adoro. Sedersi e mangiare in questi posti mi permettere di vivere la cultura di un luogo, di capire cosa mangia la gente più povera e conoscere anche persone molto simpatiche. Un altro aspetto interessante è la loro convenienza. In mercati o street food come questi, si può pranzare spendendo € 2,00 o 3,00 e queste accortezze sono fondamentali quando si viaggia per lunghi periodi.
Un altro luogo che ho deciso di visitare è stato il simbolo della città, il Teatro Amazonas dallo stile Belle Époque, il quale ospita la stagione lirica e sinfonica dell’Orchestra Filarmônica e situato a Largo de São Sebastião nel cuore del centro storico.
Dopo quattro giorni era tutto pronto e io non vedevo l’ora di vivere la mia avventura sulle acque del secondo fiume più lungo del mondo. Vamos!