Lascio alle spalle l’adrenalinica San Gil per raggiungere la tranquilla e piccola BARICHARA.
Una volta sceso al terminal dei bus, che altro non è che la piazza principale, raggiungo facilmente il mio nuovo ostello, CASA NACUMA. Questo ostello, come la maggior parte delle abitazioni di Barichara, ha circa 200 anni ed è adibito ad ostello da qualche anno.
La cittadina è molto piccola, così mi sistemo ed inizio a visitarla. Inizio dalla sua cattedrale e dal suo piccolo giardino botanico.
Proseguo seguendo il mirador, ammirando il Canyon che fiancheggia Barichara, fino ad arrivare casualmente in una piccola piazza nella quale vedo sventolare una bandiera italiana. E’ un ristorante. Incuriosito mi avvicino ed entro. Mi accoglie Massimo, romano, ma che da 7 anni vive qui e gestisce il suo ristorante. Dopo una piacevole conversazione e qualche consiglio, lo saluto e proseguo il mio tour.
In poco tempo ho già visto tutta Barichara così decido di rientrare in ostello e rilassarmi un po, dato anche il forte caldo.
Per la cena, decido di mangiare un buon piatto di arepa sandanderiana, tipica della zona e vado dalla “La piñeta” dove cordialità e qualità, soddisfano le mie aspettative.
Il mio secondo giorno, lo dedico al CAMINO REAL, ovvero un trekking di 5 km che unisce Barichara a Guane, un piccolissimo paese composto da una piazza, una chiesa, un museo e qualche bar o negozio di souvenir.
Una volta giunti qui, ed aver visitato quel poco che Guane vi offre, potete prendere un bus o un taxi per tornare a Barichara, dato che il ritorno è tutto in salita. A voi la scelta.
Un’altra cosa tipica che potete fare a Barichara ed in tutto il dipartimento di Santander, è mangiare la formica Culona. Io non ho avuto il coraggio di farlo.
Dopo due giorni di puro relax, è giunta l’ora di rimettersi in marcia.