C’è un luogo nella Patagonia argentina e precisamente nella provincia di Santa Cruz, che è considerato il paradiso dei trekkers e degli scalatori per via dei suoi tantissimi sentieri e delle sue montagne che ben si prestano a essere scalate. Questo luogo è EL CHALTÉN e io sono diretto proprio lì.
Questo piccolo paese situato nel Parco Nazionale Los Glaciares, è stato dichiarato Capital Nacional del Trekking il 12 ottobre del 1985, proprio perché questa località è il punto di partenza di tantissimi trekking e scalate. La maggior parte di esse sono totalmente gratuite e ciò fa sì che tantissimi scalatori o amanti della montagna vengano qui per vivere alcune esperienze indimenticabili.
Il paese nasce sulle sponde del Rio de Las Vueltas ed è circondato da numerose vette, alcune delle quali molto conosciute tra gli scalatori e non. Una di queste, la più importante e una delle più belle, è senza dubbio il FITZ ROY alto 3405 m.
Sono giunto qui dopo aver percorso l’intera Carretera Austral in Cile.
El Chaltén è uno dei luoghi preferiti dai backpackers o viaggiatori zaino in spalla e per questo è pieno di ostelli, camping a pagamento o camping totalmente gratuiti. Io purtroppo ho la tenda danneggiata e in questo periodo (novembre) il tempo non è ancora stabile e così, per evitare di ritrovarmi nuovamente fradicio a causa della pioggia, sono costretto ad alloggiare in ostello. Fortunatamente ne trovo uno abbastanza economico, ben riscaldato e con degli ottimi compagni di stanza che mi regalano giorni di puro divertimento.
Questo piccolo paese ha solo tre sportelli ATM situati nei pressi del terminal dei bus e alcune volte, è difficile poter prelevare a causa della mancanza di liquidità.
LAGUNA DE LOS TRES

Laguna de Los Tres
Tra i tanti trekking che è possibile fare a El Chaltén, inizio dal più famoso, quello diretto alla LAGUNA DE LOS TRES ai piedi del monte Fitz Roy.
Il tempo in questi giorni è molto variabile e quasi sempre pessimo, ma mi auguro di avere fortuna e godermi a pieno il sentiero.
Questo percorso è possibile farlo in uno o due giorni, non perché sia estremamente lungo o complicato, ma accampandosi nei pressi della laguna, si ha la possibilità di godersi l’alba e vedere il sole colorare di rosso il Fitz Roy, tempo permettendo, ovviamente. Io scelgo di farlo in un giorno, sempre perché non avendo più la tenda in buone condizioni, sarebbe un rischio accamparsi.
L’inizio del sentiero, che ha un dislivello complessivo di circa 750 m, si raggiunge in dieci minuti a piedi dal centro di El Chaltén e si trova alla fine dell’Avenida San Martin.

Mirador Rio De Las Vueltas
La prima parte del sentiero ha una pendenza importane che conduce a un affaccio panoramico naturale sulla valle del río De las Vueltas.
Proseguendo lungo il sentiero che diventa più pianeggiante e con una leggera pendenza, inizia a cambiare anche il paesaggio, composto da zone di fitta vegetazione che nascondono le montagne alle loro spalle, oggi non molto visibili a causa delle nuvole. Che peccato. Chissà come sarebbe stato questo paesaggio illuminato dai raggi solari. Sicuramente avrebbe avuto un aspetto diverso, più vivo. Oggi, invece, in alcuni casi sembra quasi tetro e spettrale, ma sempre affascinante. Ha quel non so che di misterioso. Mi auguro solo che una volta giunto alla laguna, possa ammirare il Fitz Roy in tutta la sua bellezza e maestosità.
Dopo un’ora e mezza di cammino, ecco un altro affaccio panoramico e questa volta con vista su diversi monti incluso il Fitz Roy. Peccato, che oltre alla vegetazione circostante e alle nuvole, non si possa vedere nient’altro. Che sfiga.

Mirador Fitz Roy
Non voglio perdere le speranze che il tempo possa migliorare e continuo lungo il sentiero, che comunque mi regala grandi scorci panoramici e mi fa viaggiare con i pensieri. Amo fare questi trekking da solo, perché sono libero di tenere il mio passo e viaggiare con la mente. La natura è un ottimo rimedio naturale per l’anima e consiglio sempre a tutti di prendersi un po’ di tempo e goderseli in solitudine in un luogo lontano dal caos cittadino. Io credo che lontani dai rumori, dalle persone negative e da ciò che ci crea stress, possiamo realmente capire cosa vogliamo e cosa possiamo fare per sentirci bene, o semplicemente scaricare la tensione accumulata durante la giornata o, magari, durante l’intera settimana lavorativa. Continuiamo a ripeterci che non abbiamo tempo, ma la realtà è che non vogliamo trovare il tempo per noi. Ci trascuriamo perché siamo troppo presi dagli impegni di lavoro, obblighi o tutto ciò che aumenta il nostro stress invece di farci stare bene. Avete mai provato ad allontanarvi dal caos cittadino, staccare il telefono e restare un’ora a contatto con la natura? Secondo me una volta provata questa sensazione, non ne potrete più fare a meno.
In circa quattro ore raggiungo Poincenot un luogo dove è possibile accamparsi in maniera totalmente gratuita e dove sono presenti anche dei bagni a secco. Si trova nelle vicinanze di un corso d’acqua che è possibile bere, dopo però averla fatta bollire per almeno cinque minuti. Molti si accampano qui per godersi il tramonto o l’alba sulle rive della laguna e farlo con meno gente possibile.
Da qui inizia l’ultima parte del sentiero, la più dura dato il dislivello di 400 m e che richiede circa un’ora di tempo. Il vento freddo e le nuvole non vogliono abbandonarmi e così ho perso le speranze di poter godere della vista del Fitz Roy, ma ormai sono qui e mancano pochi metri all’arrivo.
Il sentiero è pieno di gente e molti hanno un’andatura molto lenta, così cerco di superarli saltando da una roccia all’altra, stando sempre attento. Sicuramente non vorrei farmi male qui, anche perché da qualche mese è scaduta l’assicurazione sanitaria e stando fuori dall’Italia non ho potuto rinnovarla.
Finalmente ci sono. Una volta giunto su, rallento il passo per recuperare un po’ di fiato e piano piano raggiungo la laguna che si presenta come non avevo minimamente immaginato, ovvero completamente ghiacciata. Wow! Non avevo mai visto niente di simile prima d’ora. Il paesaggio è meraviglioso, nonostante il Fitz Roy sia completamente coperto dalle nubi che si spostano molto velocemente a causa del forte vento freddo. Molti mi guardano esterrefatti perché nonostante le rigide temperature, io sono in pantaloncini. Non sono uno che sente molto il freddo e in queste situazioni, mi sento molto fortunato.
La Patagonia continua a regalarmi luoghi meravigliosi, fatti di montagne, lagune e una tipica vegetazione. Ogni punto raggiunto mi regala emozioni e crea ricordi che porterò sempre con me, facendomi innamorare ancora di più di questo continente e del mondo in generale. Tutto questo fa continuare a crescere in me, la voglia di scoperta e di continuare a viaggiare. Come fanno molti a dire che non gli piace viaggiare? Come si può rinunciare a scoprire certi luoghi o a non essere curiosi di ciò che c’è fuori dalle nostre città? Come si può non essere curiosi di scoprire altre culture o altri cibi o altri modi di vivere? Io credo che se tutti viaggiassero con la mente aperta e non chiusi in un villaggio all inclusive, il mondo sarebbe un posto migliore, nel quale non esisterebbe il razzismo e il diverso sarebbe visto come una possibilità e non come un pericolo.

Laguna Sucia
Dopo aver recuperato un po’ di energie ed essermi goduto questo spettacolo, mi dirigo su una piccola collina situata sulla sinistra della laguna, dalle quale è possibile ammirare la Laguna Sucia circondata dalle vette innevate. Il suo color azzurro intenso in contrasto con la scura roccia e le vette innevate, crea un paesaggio da cartolina che decido di gustarmi con calma. Mi siedo qui, cercando un posto riparato dal vento e un po’ isolato dagli altri viaggiatori, per riposare un po’ e mangiare qualcosa.
I pensieri viaggiano veloci, così come il vento che mi congela il naso. Sono esattamente dove vorrei essere e sto vivendo l’esperienza che sognavo da anni. Cosa potrei voler di più? Assolutamente niente.
Dopo un po’ inizia a cadere un mix di pioggia e neve, così decido che è giunto il momento di iniziare a scendere. La discesa è meno faticosa della salita, ma alcune volte più pericolosa, soprattutto quando la superficie è scivolosa o composta da roccia friabile. La pioggia e la roccia bagnata sicuramente non l’agevolano, così cerco di stare ben attento.
Terminata questa parte, riprendo il sentiero ma imbocco una deviazione che mi porta alla Laguna Capri meno bella, ma comunque interessante da vedere.
Dopo circa 10 ore e 25 km percorsi, eccomi al punto di partenza. È finita un’altra bella avventura che tanto avevo desiderato. Non nascondo che mi è rimasto l’amaro in bocca per non aver visto il Fit Roy da vicino, ma non sempre si è fortunati.
Questo trekking è aperto tutto l’anno, ma da aprile ad ottobre cioè i mesi invernali, dipenderà molto dalle condizioni del sentiero e dalla quantità di neve caduta.
LAGUNA TORRE

Vista panoramica verso la Laguna Torre
I giorni scorrono velocemente e io inizio ad avere meno a tempo a disposizione. Non perché debba finire il mio viaggio e rientrare a casa, ma tra Natale e Capodanno vorrei arrivare in Brasile per festeggiare al caldo e in spiaggia, così il giorno dopo parto per un altro trekking non lontano da El Chaltén e mi dirigo alla LAGUNA TORRE dalla quale è possibile ammirare l’omonimo monte.
Raggiungo a piedi l’inizio del sentiero, non lontano dal centro del paese e, sono pronto ad affrontare questi 18 km di trekking tra andata e ritorno.

Cascada Margarita
Il paesaggio è molto simile a quello di ieri ed essendo il sentiero più pianeggiante e non molto difficoltoso, riesco a mantenere un buon passo. Dopo 700 metri incontro una piccola cascata, la Cascada Margarita, niente di che in verità e così continuo lungo il sentiero che fiancheggia un corso d’acqua e, in alcuni punti, regali dei bei scorci panoramici. Dopo 2,5 km vi fermo al mirador del Cerro Torre, ma anche oggi non sono fortunato ed è completamente coperto dalle nuvole, esattamente come lo era ieri il Fitz Roy. Credo, anzi sono sicuro, di non avere molta fortuna da quando ho iniziato la discesa in Patagonia, ma cerco di non demoralizzarmi e pensare che andrà meglio le prossime volte.
Superata l’area camping situata a 1 km dalla laguna, manca veramente poco. Il vento freddo è veramente troppo forte tanto da avere molta difficoltà nel proseguire, perché non avendo abbastanza attrito sotto i piedi, mi spinge indietro.

Laguna Torre
Con non poca fatica, riesco finalmente a raggiungere la laguna che mi lascia molto deluso. Il Cerro Torre è completamente coperto dalle nubi e la laguna ha un insolito color marrone. Nulla a che vedere con le lagune glaciali viste finora di color azzurro o turchese. A questo si aggiunge il vento dannatamente forte. Ho difficoltà a tenere gli occhi aperti, nonostante gli occhiali e sono subito costretto a cercare riparo dietro alcune rocce, dove sono già sedute altre persone.
Non passa molto tempo prima che decida di cercare un posto più riparato per mangiare qualcosa e così mi avvio sul sentiero del ritorno e mi fermo subito dopo l’aria camping, sulle sponde del fiume. Il vento è molto meno forte grazie alla fitta vegetazione che fa da scudo, ma ovviamente poco dopo inizia a piovere e sono costretto a rientrare in ostello, dove arrivo dopo qualche ora.
Il pomeriggio mi dirigo con i ragazzi dell’ostello al centro climbing che si trova qui al El Chaltén per passare un po’ di tempo, parlare dei nostri viaggi, delle nostre vite e di tanti bei discorsi che si fanno tra viaggiatori, mentre sorseggiamo una gustosa birra.
In questo piccolo villaggio ci potrei passare intere settimane tra montagne e trekking, ma devo proseguire il mio viaggio e quasi come una beffa, il giorno della partenza il sole illumina la vetta del Fitz Roy. Lo prendo come un saluto e un invito a ritornare in futuro, magari durante la stagione migliore e con la speranza di avere più fortuna con il tempo.
INFORMAZIONI UTILI
I trekking sono accessibili a tutti perché non presentano nessuna difficoltà particolare ma è consigliabile indossare un buon paio di scarpe da trekking soprattutto in caso di brutto tempo o di sentiero in non perfette condizioni. Nel caso si decida di accamparsi, bisogna avere con sé tutto il necessario perché le aree camping non hanno nulla, se non dei bagni a secco.
La maggior parte dei trekking e delle scalate sono gratis e ciò rende questo luogo molto ambito dagli appassionati di montagna e scalata e in alta stagione i trekking più famosi sono super affollati. È consigliabile partire la mattina molto presto per non trovare troppa gente. Molti sentieri sono aperti tutto l’anno, ma nei mesi invernali (aprile – ottobre) potrebbero essere chiusi a causa del brutto tempo o della neve.
In Argentina le commissioni dei pagamenti con carta sono molto alte e alcune strutture e supermercati potrebbero non accettarle. Assicuratevi di avere sempre con voi dei contanti.