È giunta l’ora di lasciare definitivamente Quito e raggiungere la mia ultima tappa ecuadoregna, SANTA ANA DE LOS RÍOS DE CUENCA, o semplicemente Cuenca, capoluogo della provincia di Azuay che si trova a 2.500 m sul livello del mare. Molti mi hanno parlato bene di questa città coloniale, suscitando in me, molte aspettative.
Obiettivamente è una bella città e non è un caso se l’UNESCO, l’ha nominata patrimonio culturale, ma ormai non riesco più ad apprezzare le città. Ciò che cattura la mia attenzione, ciò che mi emoziona e fa sentire vivo è la NATURA. Nessuna costruzione umana potrà mai competere con le meraviglie create dalla natura.
Dopo sessantaquattro giorni, sono anche un po’ stanco di questo paese e non vedo l’ora d’iniziare una nuova avventura in un paese che sogno da troppo tempo, il Perù. Decido di fermarmi qui solo un giorno. Niente di più, nonostante questa città sia il punto di partenza per raggiungere il Parco Nazionale del Cajas.
Passeggiando tra i suoi vicoli, basta alzare la testa per notare le cupole della CATTEDRALE DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE che, dato il loro colore celeste, sono totalmente contrastanti con lo stile architettonico della città.
La città è piena di chiese, che non catturano minimamente la mia curiosità, così vago senza meta per la città, osservando la quotidianità della gente. Durante il mio passeggiare, noto il MUSEO DEL SOMBRERO e dato che Cuenca è famosa per i suoi cappelli, decido di entrarci.
Il museo, non è altro che un negozio, con varie esposizioni di cappelli, nel quale viene spiegato e mostrato il processo di lavorazione.
Avevo troppe aspettative su questa città, che non sono state ripagate. La mia ultima tappa ecuadoregna non è stata sorprendente come tutte le altre cose viste finora, ma va bene così. Se non fossi venuto, sarei rimasto con il pensiero di non averla vista.