Lasciato alle mie spalle il nord dell’Argentina e con esso i suoi paesaggi semi desertici, mi dirigo a CAPILLA DEL MONTE, una piccola località situata a nord-est della provincia di Cordoba.
Il viaggio, lungo e stancante, è durato più di 26 ore con tre cambi di bus (Cafayate – San Miguel de Tucumán – Cordoba – Capilla del Monte). Prima d’intraprendere questo viaggio, la sola idea di passare 8 ore in bus, mi avrebbe fatto impazzire. Ora, invece, la vivo tranquillamente e quando un viaggio dura meno di 12 ore, mi sembra una passeggiata. Come si cambia nella vita, e quanto un viaggio aiuta a cambiare, a crescere e modificare alcuni aspetti del nostro modo di essere o percepire le cose.
La cittadina è molto tranquilla, anche perché, non è il periodo di alta stagione e di conseguenza molti argentini non sono ancora in vacanza. Meglio così. La via principale, che parte della piazza centrale, è piena di ristoranti, bar, pub e la sera è qui che si concentra la maggior parte della gente.
A circa 3 km dalla città si trova il CERRO URITORCO, un monte alto 1979 m che attira tantissimi visitatori. Per raggiungerlo, si può prendere un bus dalla piazza centrale o un taxi. Alla sua base ci sono alcuni bar, ristoranti e un campeggio, per chi volesse accamparsi qui, nella totale tranquillità.
Questo monte è famoso in tutto il mondo tra gli appassionati di UFO o paranormale. Secondi alcuni, sulla vetta che è possibile raggiungere con un trekking, ci sarebbe una portale che collega il nostro mondo con un altro e anche per questo, la montagna emanerebbe un’energia particolare.
A partire dal 1986, c’è stato un incremento di turisti che si sono recati sulla vetta del monte alla ricerca degli UFO. Oggi si contano tra i 100.000 e i 200.000 visitatori annui. Ma cosa è successo precisamente? Nel gennaio del 1986, un ragazzino notò uno strano oggetto volante ed il giorno dopo alcuni abitanti della zona, si recarono nel luogo dell’avvistamento, notando nel suolo, una gigantesca impronta bruciata che fu ribattezzata HUELLA DE EL PAJARILLO (impronta di uccello).
In questi giorni non sono al massimo delle forze, così decido di non raggiungere la vetta, ma di passeggiare alla base, percorrendo un sentiero che fiancheggia un piccolo corso d’acqua.
CORDOBA
Trascorso questo weekend tra relax e paranormale, mi dirigo verso CORDOBA, capitale dell’omonima provincia e situata nell’Argentina centrale, nata sulle sponde del fiume Primero.
La città, oltre ad essere la seconda più popolosa del Paese, un’importante centro industriale e universitario tanto da valerle il soprannome de la Docta (la dotta), conserva ottimamente il centro storico, caratterizzato dall’architettura coloniale.
Un luogo d’interesse è la ESTANCIAS JESUÍTICAS (Blocco Gesuita), dichiarata patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 2000. Fu fondato dai missionari gesuiti nel 1615 ed oggi al suo interno si trovano la sede dell’Università di Cordoba (una delle più antiche del sud America), degli edifici residenziali, il collegio Monserrat e la Iglesia de la Comapañia de Jesus.
Il cuore della città è PLAZA SAN MARTIN e adiacente ad essa si trova la cattedrale NUESTRA SEÑORA DE LA ASUNCIÓN risalante al XVII secolo. Oltre a visitare i vari monumenti, è anche bello passeggiare senza nessuna meta o destinazione ben precisa, ammirando la città e scoprendo i lati meno turistici. Molto rilassante è passeggiare lungo le rive del fiume, magari con una buona compagnia o anche soli, perché no, dedicandoci del tempo.
Mi sono fermato qui solo un paio di giorni, prima di riprendere il mio cammino verso Mendoza. Passeggiare tra i suoi viale, le sue strade, mi ha dato l’impressione di essere in Italia. L’aspetto fisico delle persone, l’ordine, l’organizzazione, il cibo, rendono Cordoba diversa da tutte le città sud americane viste finora