Eccomi finalmente sulla costa caraibica. Eccomi a Santa Marta.
Il mio primo obiettivo, una volta giunto qui, non è come molti potrebbero pensare il mar dei caraibi con le sue spiagge, ma la mia prima grande avventura di questo viaggio, il mio primo trekking della durata di 4 giorni ed più bello della Colombia. Il mio primo pensiero giunto qui è solo uno, “conquistare” la CIUDAD PERDIDA (video) (foto).
Prima d’intraprendere questo viaggio, ho trovato pochissime informazioni riguardanti questo trekking nella Sierra Nevada di Santa Marta, così cercherò di essere il più chiaro ed esaustivo possibile.
Pronti a rivivere con me questa avventura? Allora partiamo.
Trascorse due notti nella festaiola Santa Marta, (ve ne parlerò nel prossimo articolo) è finalmente giunto il giorno della partenza. Per questa avventura, decido di affidarmi all’agenzia Magic Tour, la quale si è rivelata ottima sotto tutti i punti di vista. Dall’accoglienza e disponibilità in sede, alle guide preparate e simpatiche, fino all’ottimo cibo.
Ci ritroviamo in agenzia la mattina alle 9:00, dove lascio lo zaino più grande e tutto quello che non mi servirà durante il trekking. Dopo circa un’ora partiamo per il piccolo pueblito chiamato El Mamey o Machete, distante 2 ore da Santa Marta, e dalla quale inizierà il nostro trekking. Qui si riunisce tutto il gruppo, chiamato Colombian Bird, pranziamo e la nostra guida, Seul, ci illustra il percorso che andremo ad intraprendere in questi quattro giorni.
Zaino in spalla e finalmente si parte. Il primo giorno prevede circa 3 ore di cammino, tutte rigorosamente in salita. Fortunatamente il cielo è nuvoloso, ma il caldo e l’umidità, oltre ovviamente al dislivello, sono sfiancanti, ma basta guardare il paesaggio circostante, ascoltare i suoni della natura per raccogliere le energie ed andare avanti. Durante il trekking effettuiamo alcune soste, nelle quali ci vengono offerti frutta e caffè, importanti per idratarci e recuperare un po’ di forze.
Dopo 3 ore e 25 minuti, giungiamo al primo accampamento. La sistemazione è bellissima, posta su una piccola collina fiancheggiata dal fiume. Sono nella natura. E’ una sensazione bellissima. E’ una sensazione di libertà e benessere. Lasciamo le nostre cose e via a rinfrescarci nelle piscine naturali. Tuffarmi e bagnarmi nelle acque del fiume, circondato da alberi e vegetazione mi riempie il cuore di gioia. Mi sembra di tornar bambino ed emozionarmi per le piccole cose, quelle cose che in città non si possono più vivere. Dopo qualche ora il gruppo è già ben affiatato e ci divertiamo e rilassiamo dopo il duro trekking.
Inizia a far buio, così rientriamo all’accampamento, ceniamo e subito dopo, Seul inizia a raccontarci la storia, non molto vecchia, della Colombia e dei suoi problemi con la droga. Infatti, fino a qualche anno fa, era molto pericoloso avventurarsi verso la Ciudad Perdida, perché qui si coltivava la pianta della coca e ci sono stati dei casi di rapimenti di stranieri. Oggi, fortunatamente, tutto questo è solo un lontano ricordo.
La pianta della coca, è una pianta sacra per le popolazioni indigene che vivono nella Sierra ed il governo lascia, a queste tribù, la possibilità di coltivarne due. Le tribù indigene che vivono qui sono 4: i Kogui, i Wiwa, gli Aruhakos e gli Kankuamos per un totale di circa 30.000 persone sparse per tutta la Sierra Nevada. Nel tragitto, che conduce alla Ciudad Perdida, vivono e s’incontrano solo le prime due tribù, dove bambini e bambine vestono nello stesso modo ed hanno entrambi capelli lunghi. L’oggetto che li distingue è una collana per le bambine ed una tracolla per i bambini.
Il giorno seguente inizia molto presto, ovvero sveglia alle 5:00, colazione ed alle 6:30 si è già in marcia. La giornata sarà molto lunga e dura.
Dopo circa 3 ore di cammino, addentrandoci sempre di più nella Sierra, con il paesaggio circostante che cambia e diventa sempre più bello, ci fermiamo per riposare un po’, bagnarci in un’altra piscina naturale e pranzare. Durante il tragitto incontriamo dei bambini della tribù dei Kogui, i quali ci fermano e ci chiedono dei dolci, che non abbiamo, ma né approfittiamo per fare delle foto insieme.
Dopo la sosta, necessaria a recuperare forze, energie ed a rinfrescarci un po’, ripartiamo per altre 5 ore, di cui le prime 2 in salita e veramente dure. Credo le più pesanti dell’intero percorso.
Dopo circa 8 ore, giungiamo al secondo accampamento. Siamo solo ad un’ora dall’obiettivo, siamo ad un’ora dalla CIUDAD PERDIDA. Domani sarà il grande giorno. Non vedo l’ora.
Nell’accampamento c’è molta gente, così la mattina ci svegliamo un po’ prima del solito e partiamo prima degli altri. Alle 6:00 siamo in marcia e fa già caldissimo, ma la mente è rivolta all’obiettivo. Il percorso è avvincente, guadiamo un fiume e percorriamo i 2.000 gradini del vecchio sentiero (perché i nuovi gradini in cemento e più sicuri, sono in manutenzione ed io sono contento così) per giungere alla Ciudad Perdida. Sono il primo del mio gruppo, come lo sono stato per quasi tutti i quattro giorni. Mi hanno sopranominato “coniglio”, perché saltavo da una parte all’altra non badando alla stanchezza. Bastava guardarmi intorno, respirare aria pura, ammirare paesaggi che ero abituato a vedere solo nei documentari per recuperare energia. Giungere al termine dei 2.000 gradini e camminare tra le rovine di questa città, rimasta nascosta per circa 400 anni, mi ha reso felice. Avevo raggiunto il mio obiettivo. Il primo sogno di questa avventura era stato centrato e le aspettative erano state tutte ripagate.
Una volta riunito tutto il gruppo, Seul inizia a raccontarci la storia di questa città, costruita nel 700 d.C. ed abbandonata dopo l’arrivo degli spagnoli, nel 1500 circa. E’ stata abbandonata e nascosta per circa 400 anni, fino a quando nel 1974, fu scoperta casualmente da padre e figlio e per i 2 anni successivi fu vittima di saccheggi. Nel 1976 il governo colombiano fu messo al corrente della scoperta di questa fantastica città e fu avviato un piano di restauro. In principio, la città fu chiamata INFERNO VERDE, perché era interamente ricoperta dalla vegetazione. In seguito per motivi turistici, fu ribattezzata CIUDAD PERDIDA.
Dalla parte più alta della città, si gode di un panorama bellissimo e noi ne approfittiamo per scattare delle foto e goderci questo spettacolo.
Dopo un paio d’ore ed aver visitato una minima parte di questa città, ascoltando Seul che ci ha spiegato il loro modo di vivere, visto come erano fatte le loro case (sono le stesse del popolo Kogui), iniziamo la discesa verso l’accampamento dove pranziamo, ci riposiamo, recuperiamo le nostre cose e ci rimettiamo in marcia verso il terzo ed ultimo accampamento nel quale passeremo la notte.
Qui, dopo cena, ci sediamo intorno al fuoco di una casa Kogui (infatti al centro di tutte la case Kogui, c’è un fuoco sempre acceso) dove un membro della tribù ci spiega il loro modo di vivere, le loro tradizioni, ci mostra come essiccano le foglie di coca e ce ne offre un po’ per masticarle.
Il quarto ed ultimo giorno, come sempre, inizia all’alba e via in cammino per sette ore fino a El Mamey, dove ci aspetta un ricco pranzo.
Il tanto sognato trekking nella Sierra, è giunto al termine. Sono stati quattro giorni carichi di emozioni, felicità, sensazioni indescrivibili, ma anche sudore e fatica. Ho avuto la fortuna di trovarmi in un gruppo fantastico, formato da persone provenienti da: USA, Germania, Irlanda, Canada, Francia, Olanda, Spagna e Colombia. Non so se leggerete mai questo mio articolo, ma se così fosse, voglio ringraziarvi pubblicamente, perché se questi giorni sono stati fantastici, è stato anche merito vostro. Grazie. Il viaggio non è fatto solo da luoghi magici, ma anche dalle persone che s’incontrano durante il tragitto.
Il trekking, di 52 km tra andata e ritorno, sicuramente non è per tutti anche perché ha dei tratti abbastanza pesanti, ma con un piccolo allenamento e forza di volontà si può fare ed io vi consiglio vivamente di vivere questa esperienza fantastica. Avrete la possibilità di ammirare e godere di un paesaggio magnifico, che cambia man mano che ci si avvicina alla Ciudad Perdida e cambia anche grazie alla luce del sole. La bellezza delle albe ed i tramonti, non sono descrivibili a parole. Io ho avuto la fortuna di fare questo trekking durante la stagione secca e quindi ho sempre avuto un cielo sereno. Nel caso vi troviate nella stagione delle piogge, beh buona fortuna perché sicuramente sarà molto più duro e faticoso.
INFORMAZIONI UTILI
Km totali 52
Chiusa a settembre
Costo 950.000 pesos colombiani
Potete lasciare lo zaino e tutto ciò che non vi serve in agenzia
COSA PORTARE
- Due bermuda
- Sandali
- Repellente
- Protezione solare
- Un pantalone lungo
- Una maglia a maniche lunghe
- Impermeabile
- Scarpe da trekking
- Torcia
- Tre t-shirt
- Costume da bagno
- Accappatoio o asciugamano
- Articoli personali
- Zaino piccolo
- Busta grande di plastica (utile in caso di pioggia)
- 3 o 4 paia di calze
- Documento
- Soldi in contanti
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