RACCONTO E PENSIERI
Lasciata definitivamente la Patagonia alle mie spalle, torno dopo diversi mesi in una grande città, una delle più grandi dell’intero Sud America, BUENOS AIRES.
La capitale argentina famosa nel mondo per essere la patria indiscussa del tango, ha tanto da offrire, anche per i palati più esigenti. Musei, cultura, ristoranti, locali, vie dello shopping e tanto altro sapranno conquistarvi.
Io, però, non essendo amante delle città e avendo pochi giorni a disposizione, mi fermerò qui solo qualche giorno, prima di recarmi in Uruguay dove festeggerò il Natale.
La città di Buenos Aires si trova all’interno dell’omonima provincia situata nella parte orientale del Paese e si affaccia sull’oceano Atlantico.
Mi sistemo nel quartiere Palermo uno dei più conosciuti e sicuri della città. Qui sono presenti diversi locali che la notte si riempiono di gente. Oltre a tantissimi argentini è possibile incontrare turisti provenienti da ogni parte del mondo e per mia sorpresa, tanti studenti brasiliani. Io personalmente mi sono recato nei pressi di Plaza Serrano e qui ho avuto solo l’imbarazzo della scelta.
Passeggiare tra le sue strade mi fa sentire in Italia. Molte cose sono così simili. Incontrare un argentino che non abbia origini italiane è quasi impossibile.
Inizio a scoprire la città da uno dei suoi quartieri più famosi, soprattutto tra gli appassionati di calcio, La Boca, fondato dagli emigrati genovesi giunti qui. Mi dirigo allo stadio Alberto José Armando noto al mondo come la Bombonera, casa della squadra del Boca Junior. Oggi è il 12 dicembre, Día del hincha de Boca (festa della tifoseria del Boca Juniors) e ciò mi dà la possibilità di ritrovarmi in mezzo ad un corteo giallo blu cantando canzoni da stadio in spagnolo. Il calcio in sud America è molto sentito e i tifosi del Boca sono tra i più “calienti” del mondo. Questa festa ha origini abbastanza recenti, infatti è nata il 12/12/12 e simboleggia il dodicesimo uomo in campo, ovvero la tifoseria che con il suo contributo, aiuta la squadra.
Da qui mi sposto verso una delle zone più turistiche della città, CAMINITO. Questa via-museo è ricca di edifici in legno colorato ricostruiti negli anni ’50, per recuperare e trasformare una zona della città caduta ormai in degrado. Passeggiare in questa microscopica parte de La Boca, mi catapulta con la mente da un’altra parte. Mi sembra di aver lasciato la gigantesca capitale ed essere approdato in un piccolo paesino colorato. I miei passi sono accompagnati dalle immancabili note di un tango argentino. Quasi ogni ristorante turistico, alterna piccole esibizioni di ballerini a cantanti di canzoni italiane. Ovviamente è tutto turistico, però è sempre bello vedere una coppia esibirsi in uno dei balli più eleganti e sensuali.
Ogni “porteño”, così vengono chiamati gli abitanti di Buenos Aires Capital, vi dirà di stare particolarmente attenti in questa zona, perché il quartiere la Boca non è il massimo della sicurezza, ma io sinceramente non ho percepito nessun senso di pericolo.
Un’altra zona che merita di essere scoperta è senza dubbio il quartiere SAN TELMO. La sua atmosfera bohémien data dai murales, dai negozi di artigianato e dal grande mercato delle pulci della domenica in Plaza Dorrego, vi conquisterà e vi farà scoprire una parte di città più autentica. Qui si respira tranquillità, tradizione e cultura. Tra le vie colorate incontrerete artisti di strada e gli immancabili ballerini di tango. Qui, ho conosciuto una ragazza argentina che vendeva agende dalla copertina in cuoio personalizzata e ho deciso di far incidere una delle frasi che mi accompagnano in questo viaggio “Il segreto della felicità è la libertà e il segreto della libertà è il coraggio”. Questa artista, questa ragazza, questa zona della città mi hanno ispirato. Ho riconosciuto in alcuni artisti dei viaggiatori. Ognuno con la sua storia. Ognuno con la sua creatività di inventarsi uno stile di vita per continuare a viaggiare. Hanno adottato il “nomadismo” come scelta di vita. Almeno per ora. Ognuno deve scegliere per sé, senza lasciarsi condizionar dagli altri. Ognuno deve essere libero e felice. Queste zone di città sono le mie preferite perché raccontano storie interessanti, perché sono più autentiche e meno fredde rispetto ai quartieri più moderni. Amo camminare e perdermi, per ritrovarmi in zone meno turistiche e magari scoprire qualcosa d’interessante.
Dopo il tramonto, i locali si riempiono di gente e in molti di essi è possibile cenare assistendo ad uno spettacolo di tango.
Da San Telmo con una piacevole passeggiata sotto i caldi raggi solari, raggiungo Plaza de Mayo, la piazza principale della città situata nel quartiere Monserrat. Qui è possibile ammirare la Casa Rosada (sede del governo argentino), la Cattedrale e il Banco de la Nacion Argentina.
Questa piazza è simbolo, da circa trent’anni, della protesta delle madri dei “desaparesidos” (i dissidenti scomparsi durante la dittatura militare in Argentina) che hanno fondato un’associazione chiamata Asociación Madres de Plaza de Mayo per chiederne la restituzione. Ogni giovedì pomeriggio si ritrovano qui, con un fazzoletto bianco annodato in testa, che simboleggia il pannetto del bambino e per circa mezz’ora camminano intorno alla piazza in modo circolare.
Lasciata Plaza de Mayo, raggiungo Plaza General San Martin “custode” di una immensa quercia secolare che non potrà non catturare la vostra attenzione e il vostro stupore. Per giungere qui ho percorso parte dell’Avenida 9 de Julio (la strada cittadina più lunga al mondo) fermandomi ad ammirare e fotografare uno dei simboli della capitale, l’Obelisco di Buenos Aires situato in Plaza de la República. Alto 67,5 m, è stato costruito per celebrare il quarto secolo della nascita della città. Al suo interno sono presenti 206 gradini che portano alle 4 finestrelle poste in cima, ma non è aperto al pubblico. Alla base si trovano due grandi cespugli sagomanti a forma delle iniziali del nome della città.
Per gustarmi il tramonto e successivamente lo skyline di Buenos Aires, mi dirigo a Puerto Madero una delle zone più chic della città. Qui i protagonisti sono gli immensi e moderni grattacieli. Passeggio su Avenida Dr. Tristán Achával Rodríguez conosciuta come il “il paseo de la gloria” perché qui sono state posizionate le statue dei vari campioni dello sport argentini.
Da una delle tante bancarelle qui posizionate, compro il “mate” e la “bombilla”, in modo da godermi il mate una volta lasciata l’Argentina. Il mate è un infuso di erba di mate, una pianta sud americana, ed è senza dubbio uno dei simboli di questo paese. È molto comune vedere gente andare in giro con un termos contenente acqua calda e il proprio mate. Per gustarlo bisogna inserire all’interno di una specie di coppa, chiamata mate, l’erba di mate, inserire un po’ d’acqua calda e sorseggiarlo con la bombilla, una specie di cannuccia di metallo.
Prima di rientrare passeggio lungo le rive del Rio Darsena, pieno di locali e ristoranti, fino a giungere al Ponte de la Mujer dove ci sono alcune ragazzine vestite da cerimonia in posa per alcuni scatti fotografici. Stanno festeggiando la “Quincena” ovvero il quindicesimo compleanno. Qui, a differenza nostra, non si festeggia il raggiungimento del diciottesimo anno d’età, ma il quindicesimo.
Superato il ponte, mi fermo per fotografare lo skyline. Amo la fotografia notturna con i suoi giochi di luci e riflessi.
Per gli amanti dei giardini, dei fiori e delle rose, imperdibile è la visita al Paseo El Rosedal un parco pieno di migliaia di rose divise per specie e colorazione. Una meraviglia per gli occhi. È situato nei pressi del quartiere Palermo adiacente al Giardino Giapponese.
L’ultimo giorno lo dedico alla piccola città TIGRE situata a nord della capitale che raggiungo in treno. È una bellissima domenica estiva e molti si riversano qui, passeggiando lungo le rive del fiume, passeggiando tra le varie bancarelle e negozi di antiquariato e gustandosi un po’ di relax dopo un’intera settimana lavorativa.
La maggior parte della gente è argentina. Qui i turisti sono veramente pochi e questa cosa non mi dispiace affatto.
La mia permanenza in città è durata una settimana, durante la quale ho avuto modo di salutare e incontrare amici conosciuti in viaggio passando del tempo con loro. Non ho visto tante cose che forse avrebbero meritato più attenzione, ma in questa fase della vita non sono molto attratto dalle città a da ciò che hanno da offrire. Ora la mia attenzione è rivolta alla scoperta della natura e delle sue meraviglie. Magari un giorno ritornerà in me quella voglia di scoprire una città e in quel caso, sicuramente Buenos Aires sarà tra le prime che vorrò visitare con occhi diversi.
COME RAGGIUNGERE L’URUGUAY
Da Buenos Aires ci sono due compagnie di traghetti che collegano la capitale argentina all’Uruguay. Buquebus offre 13 collegamenti settimanali, mentre Colonia Express offre fino a 3 collegamenti giornalieri.
Le due compagnie salpano da luoghi differenti, quindi assicuratevi di recarvi al posto giusto e con almeno 30 minuti di anticipo per sbrigare le pratiche doganali e d’imbarco.
Il costo dei biglietti varia in base alla stagione e alla disponibilità. Io ho pagato circa 90,00 € per un passaggio solo andata da Buenos Aires a Colonia del Sacramento.