SENSAZIONI E CURIOSITÀ
L’Argentina è un Paese stupendo che mi ha regalato tante emozioni, incontri meravigliosi e mi ha fatto sentire in Italia fin dal primo momento in cui ci ho messo piede, fin dal primo panino con il prosciutto crudo che ho trovato in un piccolo market situato all’esterno del terminal dei bus di Salta. Ero quasi incredulo. Dopo sette mesi di viaggio tra Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia vedevo qualcosa di familiare. La prima cosa che mangio ogni volta che rientro in Italia dopo un viaggio, è un croccantissimo panino con crudo e mozzarella. Che bontà.
Il confine tra Bolivia e Argentina non ha rappresentato solo una linea tra due Stati, ma un vero e proprio passaggio tra la zona più povera del Sud America, quella settentrionale e quella più ricca, quella meridionale.
A primo impatto mi è apparso tutto più caro, nonostante durante il mio viaggio (2018) l’Argentina stesse vivendo una difficile situazione economica e ciò favoriva il cambio con l’Euro.
Le città mi ricordavano tanto le nostre. Le auto, la gente, i locali, i palazzi, il cibo, il modo di fare non mi faceva sentire in America latina, eccetto per la lingua. Infatti mi bastava sentirli parlare per sentirmi a “casa”. Si, in quei mesi il Sud America era la mia casa. Ero lì che mi sentivo bene e lì volevo essere. Mi piaceva la loro cultura, il loro modo di fare, il parlare spagnolo adattandomi ai vari accenti e modi di dire di ogni singolo Paese.
Gli argentini hanno un accento e un modo di parlare inconfondibile e in alcuni casi bastava una singola parola per riconoscerli. Loro non usano il “tu” quando si rivolgono a qualcuno, ma il “vos” (voi) e la pronuncia di alcune lettere come la “y” o la doppia “ll” è diversa rispetto alle altre parti. Sentirli parlare m’incantava.
Come molti sanno, una buona parte degli argentini ha origini italiane e questo spiega il perché di tanta somiglianza con noi. Non a caso sono chiamati “gli italiani d’America”. Ogni volta che incontravo un argentino con origini italiane, mi raccontava la storia della sua famiglia. Era orgoglioso della sua discendenza, ma in molti casi non avevo tempo o voglia di ascoltare ogni singola storia, così quando avevo fretta e mi chiedevano di dove fossi, rispondevo che ero del primo paese che mi veniva in mente, tranne che italiano.
Un’altra differenza notata con i Paesi visitati in precedenza era la non possibilità di contrattare sul prezzo di qualsiasi cosa. Negli Stati del nord contrattavo su tutto, persino sul costo del biglietto del pullman, mentre in Argentina erano inamovibili e non solo, gli addetti al carico e scarico dei bagagli pretendevano anche una mancia, cosa vista solo qui.
Una delle cose che più m’incuriosiva di questo paese e non vedevo l’ora di assaggiare, era l’Asado (principalmente con questa parola si fa riferimento alla grigliata di carne, ma si può anche usare per il pesce precisando Asado de pescado) e devo ammettere che dopo aver mangiato carne in Argentina, sarà difficile poterla mangiare altrove trovando la stessa qualità e provando le stesse emozioni, perché si sa il cibo è un mix di sensazioni ed emozioni. Per loro è tradizione, condivisione e un modo per stare insieme. Negli ostelli ne organizzavano sempre uno e partecipavano molti viaggiatori. Tutti seduti ad un unico tavolo. Era un modo per conoscere gente, parlando spagnolo, inglese, portoghese. Era bellissimo.
Ovviamente non si può viaggiare in Argentina senza assaggiare e condividere il mate, un infuso di erba che rappresenta per loro una vera e propria tradizione. Si prepara l’erba di mate (una pianta sudamericana che cresce tra Argentina, Uruguay, Paraguay e sud del Brasile) in un piccolo recipiente, chiamato anch’esso mate, si versa un po’ d’acqua calda e si sorseggia con la “bombilla” (una specie di cannuccia metallica con un filtro alla base per evitare che l’erba la ostruisca). Man mano che l’acqua si consuma, se ne aggiunge altra. Quando un argentino vi offre il mate, sorseggiate senza dire nulla, perché accettarlo e ringraziare significa che non ne desiderate più.
Per gli argentini un italiano sarà sempre “tano” che non è il diminutivo di italiano, ma di napoletano. A loro non interessa da che parte d’Italia tu venga, ti chiameranno comunque tano.
Un’altra particolarità di questo bellissimo paese è che si cena molto tardi, di solito dopo le 22:00 e le serate in discoteca iniziano verso le 3:00 del mattino. I primi giorni mi chiedevo come mai i locali fossero semi vuoti intorno alle 20:00/20:30 o ci fossero solo stranieri, dopo ho capito il perché e mi sono adeguato.
Devo essere sincero, non avevo mai preso in considerazione l’idea di un viaggio in Argentina. L’unica zona che attirava la mia curiosità era la Patagonia, descritta da tutti come l’ottava meraviglia del mondo e un luogo incantato in grado di far innamorare e devo dire che ciò che avevo sentito e letto, non solo corrispondeva alla realtà, ma andava oltre ogni immaginazione. Però l’Argentina non è solo l’estremo sud. L’intero Paese è meraviglioso e molto diverso tra nord e sud, est e ovest. La gente con me è sempre stata molto disponibile ed è stato impossibile lasciare questa Nazione senza aver stretto amicizia con qualcuno di loro. Mi hanno fatto sentire parte integrante della loro cultura. Mi hanno fatto stare bene e questo non era per niente scontato.
LE MIE TAPPE
La prima destinazione è stata Salta, piccola cittadina situata nel nord del Paese per poi proseguire la mia discesa verso Cachi, un piccolo villaggio molto carino e Cafayate famosa per la produzione di vino e la Quebrada, un luogo dai paesaggi desertici e affascinanti.
Le tappe successive sono state la misteriosa Capilla del Monte, famosa per i numerosi avvistamenti di UFO e per la presenza, secondo alcuni racconti, di un portale che condurrebbe in un altro mondo e la bellissima città universitaria di Cordoba dall’antico centro storico e soprannominata Docta.
In Argentina si produce un ottimo vino e una delle città principali, grazie al suo clima favorevole, è Mendoza. Qui mi sono concesso un interessante tour vinicolo e un tour di montagna, che mi ha portato fino al confine cileno ai piedi del monte Aconcagua, il più alto del sud America con i suoi 6962 m s.l.m. e che avrei voluto scalare.
Da qui il mio viaggio è continuato alternando Cile e Argentina per cercare di godermi al meglio la Patagonia secondo le mie priorità. Ho deciso di percorrere l’intera e indescrivibile Carretera Austral in Cile e rientrare in Argentina a El Chalten un luogo ritenuto quasi sacro dagli amanti della montagna, grazie ai numerosi trekking e alle avvincenti scalate che si possono fare nei pressi di questa piccola cittadina famosa in tutto il mondo.
Ricordo come fosse ieri lo stupore e la sensazione di piccolezza provata di fronte al maestoso e imponente Ghiacciaio Perito Moreno, l’unico ghiacciaio che (fortunatamente) continua a crescere e sembra non risentire del riscaldamento globale.
Continuando il viaggio ho raggiunto uno dei luoghi più turistici e visitati della Patagonia grazie alla sua posizione geografica Ushuaia, la città alla fine del mondo situata nella Tierra del fuego. Qui ho toccato la parte più meridionale del mio viaggio e ho avuto la possibilità e la fortuna di vedere i pinguini, a pochi centimetri di distanza, sull’Isla Martillo.
Quando si tocca il fondo non si può far altro che risalire e così via verso nord lungo la costa atlantica, raggiungendo Puerto Madryn e Puerto Pyramides dove sono giunto con un solo scopo, l’avvistamento delle balene della specie Franca Austral e fortunatamente ce l’ho fatta.
Non avrei potuto desiderare un epilogo migliore. Ho salutato la Patagonia realizzando un altro sogno di questo incredibile viaggio e continuando, ho raggiunto la capitale Buenos Aires una città piena di energia, modernità e cultura.
L’ultima tappa di questo gigantesco e incredibile Paese sono state le Cascate di Iguazù, una delle sette meraviglie del mondo naturale e uno dei luoghi più belli che abbia mai visto.
INFORMAZIONI GENERALI SULL’ARGENTINA
- La lingua ufficiale è lo spagnolo
- La moneta locale è il pesos argentino ARS
- Potete prelevare direttamente dagli ATM e vi consiglio di farlo dal Banco de la Nación Argentina. È la banca nazionale e il prelievo ha un costo di commissione più basso rispetto ad altre banche.
- Dato l’elevato costo di commissione applicato ai prelievi e l’impossibilità di prelevare più di 2000 pesos, vi consiglio di cambiare i contanti.
- Le spine e le prese di corrente in Argentina sono di tipo C,I;
- Ci sono quattro ore di differenza con l’Italia (cinque quando è in vigore l’ora legale);
- La stagione migliore per visitare l’Argentina dipende da ciò che più interessa vedere. Se si desidera scoprire la Patagonia, il periodo migliore va da novembre a marzo (l’estate australe). Se invece si preferisce il nord, magari unendolo ai Paesi confinanti come Bolivia e Cile, lo si potrà fare tutto l’anno.
- L’Argentina è un paese tranquillo, ma state sempre attenti, soprattutto nelle grandi città;
- Per accedere non è richiesto nessun visto e si può rimanere fino a tre mesi.