A malincuore lascio Cusco, città che mi ha regalato tantissime emozioni, amici e ricordi, per proseguire il mio viaggio verso sud e precisamente verso la città bianca, Arequipa, seconda città più grande del Paese e dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2000.
Le distanze in Perù sono considerevoli così, come faccio ormai dall’inizio del viaggio per gli spostamenti più lunghi, decido di muovermi con autobus notturni.
Così facendo il viaggio risulta più veloce e leggero, dato che passo la maggior parte del tempo dormendo, ho un risparmio economico perché passo la notte in bus invece che in una struttura e generalmente arrivo a destinazione di primo mattino, in modo da avere tutta una giornata a disposizione.
La città costruita con pietra vulcanica bianca, da qui per l’appunto l’appellativo di città bianca, sorge ai piedi del Vulcano Misti alto circa 5822 m.
CENTRO STORICO DI AREQUIPA
Il piccolo centro storico è molto carino e merita senza dubbio una visita. La piazza principale, Plaza de Armas, è il cuore della città dove è presente anche la Cattedrale costruita nella sua versione finale nel 1868 (la costruzione originale risale al 1544, ma nel corso degli anni è stata più volte distrutta da diversi cataclismi) e ricostruita in parte dopo un violento terremoto nel 2001.
MONASTERO DI SANTA CATALINA
Dopo essermi sistemato in ostello, aver girato per il centro storico ed aver organizzato il trekking di due giorni che mi porterà ad ammirare il Canyon del Colca, mi dirigo verso il sito di maggior interesse della città, ovvero il Monastero di Santa Catalina.
Questo antico convento di clausura è stato costruito in modo da assomigliare alle antiche città spagnole. Camminare tra suoi piccoli vicoli colorati di rosso ocra e blu intenso, vi riporterà agli anni dei conquistadores spagnoli.
L’ingresso costa 40 soles, ma ne vale assolutamente la pena.
Durante l’epoca coloniale e, fino a qualche decennio fa, le primogenite delle famiglie benestanti venivano portate qui ancora bambine, per iniziare la loro vita di clausura.
I primi due anni erano di “prova” e servivano per capire e decidere se accettare quella vita e rimanere, oppure abbandonare il convento.
Se avessero deciso di rinunciare alla vita ecclesiastica, sarebbero state mal viste e sarebbe stato un disonore per la famiglia, mentre se avessero deciso di continuare, avrebbero iniziato ufficialmente il loro percorso di clausura.
La loro sistemazione era all’interno di celle, dotate di cucina, stanza da letto e stanze per le loro schiave. Si avete letto bene. Appartenendo a famiglie benestanti, potevano permettersi di avere delle schiave ai loro servizi.
MERCATO DI SAN CAMILO
Uscito dal monastero, mi dirigo al Mercato di San Camilo, pronto per gustarmi un buon almuerzo.
Un piatto tipico di Arequipa che vi consiglio assolutamente di provare, soprattutto nel caso amaste il piccante, è il rocoto relleno, un peperone tondo e piccante che viene svuotato e riempito da carne tritata, cipolla, pomodori, formaggio e spezie.
A mio avviso, è ottimo. Un’altra specialità da street food, molto buona, è la batata rellena (patata ripiena).
Mangiare nei mercati è sempre molto caratteristico ed autentico. Qui s’incontra la gente nella sua quotidianità, nei suoi usi e costumi.
In questo mercato, come in quello di Cusco o Huaraz, è possibile comprare diversi prodotti tipici e vari souvenir.
Nel caso voleste provare le foglie di coca o vi servisse comprarle prima di partire per i trekking o le scalate, il mercato è il luogo ideale dove trovarle.
La giornata si conclude ammirando il tramonto dal Mirador Yanahuara, un belvedere posto a 2300 m s.l.m. dal quale si gode di un’ottima vista sul vulcano Misti e sulla città.
QUANDO ANDARE AD AREQUIPA
Il periodo migliore per visitare le Ande è senza dubbio la stagione secca che va da aprile ad agosto, ma Arequipa è visitabile tutto l’anno.
Vuoi venire con me alla scoperta del mondo vivendo esperienze uniche e fuori dal comune? Guarda i viaggi in programma e prepara lo zaino. Ti aspetto!