Da un giorno all’altro ci siamo ritrovati chiusi in casa, senza capire come sia stato possibile nel 2020 perdere la nostra libertà. Se ce lo avessero detto qualche mese fa, ci saremmo messi a ridere e avremmo dato del pazzo a colui che ci avesse detto una cosa del genere. Chiusi in casa per due mesi senza contatti sociali? Follia! Oggi questa è la realtà. Oggi abbiamo perso una delle cose più preziose che avevamo, la nostra LIBERTÀ.
Da anni inseguiamo beni materiali e purtroppo sono sicuro che ripartiremo dallo stesso punto in cui ci siamo fermati. Inseguiamo il denaro, dando per scontato che avremo sempre tempo e libertà di poter fare una cosa in un ipotetico futuro senza viverla oggi. Siamo sempre impegnati in qualcosa che crediamo più importante, ma che in realtà facciamo solo perché obbligati e non perché ci dà un reale senso di benessere. Ovviamente non si vive d’aria e senza soldi, ma perché non dedicare comunque un po’ di tempo a fare qualcosa che ci faccia veramente stare bene?
Perché non lasciare l’orologio, il telefono e vivere un po’ di libertà ammirando un bel tramonto o un’alba o facendo una bella passeggiata nella natura. C’è chi vive vicino al mare e chi alla montagna, chi nei pressi di un lago o chi vicino ad un parco cittadino. Avete mai trascorso del tempo nella natura, circondati dal silenzio o dai suoni che ci regala? Vi posso garantire che è un toccasana per il corpo e la mente.
Fino a qualche anno fa vivevo anche io così, chiuso in ufficio per dieci ore al giorno. DIECI! L’unico tempo che avevo per me era la notte, la breve pausa pranzo e la domenica che cercavo di dedicare alla mia passione per la fotografia. Ad un certo punto capii che non era la vita che avrei voluto e così lasciai tutto per girare il sud America zaino in spalle, dove assaporai la vera libertà. Non avevo programmi, non avevo itinerari, non avevo vincoli e soprattutto non avevo una data di ritorno. Facevo esattamente quello che avevo voglia di fare.
Tornato da quella che è stata la mia esperienza più bella, mi sono subito buttato in un’altra avventura, ovvero accompagnatore di viaggi di gruppo, che mi ha dato la possibilità di continuare a viaggiare e conoscere persone, fino a marzo, quando un virus ha paralizzato il mondo.
E ora? Dopo due anni di “vagabondaggio” o “vagamondaggio” come dice Carlo Taglia, un grande viaggiatore che stimo tantissimo, ce la farò chiuso in casa? Ce la farò a non cambiare letto, amaca, tenda, ostello ogni 3 o 4 giorni? Ce la farò a non impazzire chiuso in quattro mura, io che amo la natura e non sopporto le città? Ce la farò a non indossare le mie amate scarpe da trekking, mettere sulle spalle uno zaino sempre fin troppo pesante ed iniziare a camminare?
Queste domande se le sono poste per me anche chi mi è vicino o mi ha conosciuto durante la mia strada, ma questi interrogativi valgono anche per tutti gli altri viaggiatori. C’è chi sarebbe dovuto partire e dovrà rimandare questa partenza a non si sa quando, c’è chi ha dovuto lasciare tutto ed è dovuto rientrare di corsa a casa interrompendo un sogno che aveva inseguito per anni e, magari, aveva fatto tanti sacrifici o rinunce pur d’inseguirlo. Ci sarebbero tanti casi, ma una cosa accomuna tutti, la voglia di essere liberi e girare per le strade o sentieri del mondo, ognuno con le proprie scomodità. Ognuno verso il proprio continente scelto, temporaneamente, come casa per alcuni mesi o anni.
Abbiamo la curiosità di andare e ci sentiamo veramente liberi e vivi solo quando andiamo alla scoperta di qualcosa di nuovo.
Il viaggio ha cambiato me e la mia visione della vita, che cerco di tenere con me anche in questo periodo o nei momenti di tristezza. Viaggiare mi ha reso una persona positiva e sono convinto che a quasi tutto ci sia una soluzione e a Zanzibar questo lo traducono con due semplice parole “HAKUNA MATATA”.
Nei paesi più poveri rispetto al ricco occidente, è più difficile trovare comodità e ricchezza, ma è quasi impossibile non trovare un sorriso. Ovviamente non vale per tutto il mondo, ma sicuramente nella maggior parte dei luoghi sì. Queste popolazioni hanno meno di noi, ma vivono la vita in maniera diversa. Si accontentano di poco: avere da mangiare, sfamare le loro famiglie, ma soprattutto si godono il tempo. In questi paesi sarà difficile trovare i nostri ritmi frenetici. Ogni cosa viene fatta con calma, alcune volte anche troppa, tanto da sembrare quasi irritanti, fino a quando non ti abitui e anche tu inizi a cambiare la percezione del tempo e a svolgere le attività con più calma, a prendere le cose come vanno e a pensare che una soluzione la si troverà sempre e comunque, ma se così non fosse, pazienza. Doveva andare così.
Questo blocco, questo periodo è sola una parentesi negativa nella nostra vita prima di ripartire. Tutto passa, anche le situazioni più brutte. Bisogna solo imparare ad accettarle e conviverci finché non sarà tornato il sereno dentro di noi. Ogni situazione ci aiuta a crescere, a formarci e c’insegna qualcosa. Qualcuno ne ha approfittato per riscoprire vecchie passioni, qualcuno ne ha scoperte di nuove. C’è chi sta recuperando lavori arretrati e chi dovrà inventarne di nuovi, c’è chi dovrà ripartire e rimettersi in gioco.
Amo il mare e ho la fortuna di viverci a dieci minuti così posso anche vederlo da casa. Durante questa attesa me lo godo da lontano. Qualche giorno fa lo guardavo mentre la buia notte lasciava spazio al nuovo giorno. Certo senza palazzi intorno sarebbe stato perfetto, ma per il momento va bene così.
Per sognare vado in terrazza, accendo il sigaro e mi godo alba e tramonto. I colori del cielo variano molto in base alla presenza di nuvole o meno, ma sono sempre bellissimi. Siamo abituati ad andare in giro per il mondo fotografando e ammirando meraviglie naturali, tanto da esserci dimenticati quelle che abbiamo nelle nostre terre.
I miei soggetti fotografici non sono più le Ande, le spiagge sud americane o indonesiane, le albe o i tramonti africani, ma il cielo e il mare di Bari. Non posso viaggiare, non posso uscire, ma nessuno può vietarmi di andare sul terrazzo e sognare guardando la luna, mentre il sole si nasconde prima dietro le nuvole e poi i palazzi, indicando che un altro giorno sta per terminare. Un altro giorno di questa mancata libertà che ci sta mettendo a dura prova e che non vediamo l’ora di riacquistare.
Tra amici sogniamo un viaggio in Italia, perché credo che quest’anno si potrà viaggiare solo nel nostro bellissimo paese. C’è chi propone un campeggio e chi un viaggio in van, fermandosi dove capita per assaporare ancor di più quella libertà che ci è stata tolta.
Oggi sono ancor più contento della scelta che ho fatto. Sono contento di aver mollato gli ormeggi ed essere partito per quell’avventura, per aver stravolto la mia vita e aver vissuto due anni al massimo. Torneranno i momenti di condivisione, di libertà e uscita, ma per me la vera libertà sarà quando potrò ripartire e farlo nuovamente con un biglietto di sola andata.