Solo due giorni fa, ero sulla cima del vulcano Cotopaxi a 5.897 m. ed ho ancora tutte le gambe indolenzite, ma nonostante questo, decido di andare alla scoperta della LAGUNA DI QUILOTA, un lago di origine vulcanica situato nella provincia Cotopaxi, a sud di Quito.
Lascio la capitale ecuadoregna per dirigermi a Latacunga, piccola cittadina che non ha molto da offrire, ma è un ottimo punto di partenza per raggiungere la laguna. Qui passo la notte e l’indomani mattina, prendo il primo pullman, quello delle 8:00, che in circa due ore e mezza, mi porta a destinazione.
Consiglio a tutti di prendere questo bus, in modo da potervi godere a pieno la giornata.
Una volta arrivati alla laguna, avrete due opzioni. O scendere nel cratere, passando da 3.450 m a 3.100 m con un sentiero abbastanza ripido impiegando circa mezz’ora, o percorrere il perimetro del cono vulcanico lungo 14 km ed impiegando circa cinque/sei ore.
Data la mia stanchezza ed il fatto che non avevo programmato di rimane a dormire qui, senza nessun dubbio e titubanza, decido semplicemente di scendere il cratere e godermi la laguna da vicino, con i suoi colori e panorami.
Dopo pochi metri, capisco che non sarebbe stata una passeggiata semplice. Le gambe e le ginocchia risentono ancora della fatica di qualche giorno fa e cerco di non immaginare cosa mi aspetterà durante la risalita.
Finalmente eccomi in fondo al cratere, a pochi cm dalla laguna, immerso in un silenzio interrotto solo dal vento.
Il paesaggio circostante trasmette serenità e tranquillità. L’ideale per recuperare un po’ di energie. Dopo un paio d’ore trascorse qui con i miei pensieri, decido che è giunta l’ora d’iniziare la risalita, che come immaginavo, è durissima. Le gambe sono molto stanche e nonostante tutto, mi rifiuto di prendere i “taxi mula”. Preferisco fermarmi spesso, cercando di recuperare un po’ di forza, piuttosto che montare su quelle povere bestie.
Dopo più di un’ora, finalmente arrivo sulla cima del cono vulcanico. Anche questa piccola fatica, è andata.
Se avessi avuto più forza e tempo, sicuramente avrei fatto il trekking lungo il perimetro, passando la notte in uno degli ostelli presenti vicino la laguna o, magari, accampandomi tra la natura.
Riprendo il bus per ritornare a Latacunga, passare la notte e ripartire il giorno dopo per Quito. Con il senno di poi, avrei aspettato qualche altro giorno prima di avventurarmi qui, in modo da potermela godere a pieno, ma sono comunque soddisfatto di aver ammirato un’altra meraviglia di questo piccolo paese.