Eccomi qua! Finalmente il mio viaggio è iniziato.
Dopo 18 ore, tra voli e scali, alle 18.40 di mercoledì 28 febbraio, finalmente metto piede in terra colombiana e precisamente nella capitale, Bogotà, megalopoli da più di 8.000.000 di abitanti e situata a 2640 m sul livello del mare.
Di Bogotà mi colpisce subito il divario tra le differenti zone della città e dei forti contrasti tra i molti poveri (la Colombia e tutto il sud America, sta vivendo la nostra stessa situazione con gli immigrati, perchè a causa della politica di Nicolas Maduro, molti venezuelani sono e stanno emigrando verso altre nazioni) ed i più ricchi. Un’altra cosa che risalta sono i monti alberati che fiancheggiano la città, ed è proprio da un monte che inizio il mio giro.
Il monte più famoso della città è CERRO DI MONSERRATE, alto 3152 m che guarda dall’alto tutta, o quasi, Bogotà. Per salirci avete due opzioni, o in funicolare o a piedi. Il costo del biglietto della funicolare è di 10.000 o 20.000 pesos a seconda che decidiate di comprare un biglietto di sola andata o andata e ritorno. Sul monte c’è un santuario dedicato al “El Señor Caído” (Cristo Caduto) ed è per questo luogo di pellegrinaggio, oltre ad essere una meta turistica. Nonostante l’altezza del monte, non si riesce a vedere la fine dell’immensa città.
Una volta sceso dal Cerro, mi dirigo verso uno dei musei più importanti e rappresentativi della città, il MUSEO DEL ORO, che espone la più grande collezione al mondo di manufatti d’oro di epoca pre-colombiana. L’ingresso costa 4.000 pesos.
Il museo si trova nel centro storico, la CANDELARIA, e quindi mi addentro nei suoi vicoli, colorati, pieni di murales e di gente. La zona, durante il giorno, è abbastanza sicura, perché pattugliata da agenti di polizia presenti ad ogni angolo.
Percorrendo la carrera 7, la strada che attraversa tutta la città, arrivo a PLAZA DE BOLIVAR, la piazza principale della città e come piazza San Marco della nostra Venezia, è piena di colombi. La piazza è intitolata a Simón Bolívar, liberatore del sud America.
Sempre nella Candelaria, ho visitato il MUSEO DI BOTERO E MUSEO DELLA MONETA NAZIONALE che sono adiacenti e con ingresso libero. Marita una visita anche la IGLESIA DI SAN FRANCISCO.
Bogotà però, non è solo centro storico e con il mio host di Couchsurfing, siamo andati nel mercato di PALOQUEMAO. Io amo visitare i mercati delle città e questo è uno dei più variegati che abbia mai visitato. Troverete qualsiasi cosa. Ne abbiamo approfittato anche per fare colazione con due piatti tipici, ovvero la Lechona e il Tamal. Sempre con il mio host, siamo andati al PARQUE TIMIZA, il quale prende il nome dall’omonimo lago presente al suo interno ed ho passato l’intera giornata con la sua famiglia, facendomi sentire uno di loro. E’ stato uno dei giorni più emozionati. La sera siamo andati in giro per i quartieri ricchi della MACARENA, ZONA T E ZONA ROSA. I primi due sono quartieri pieni di ristoranti, mentre la zona rosa è pieno di american bar o locali dove si può ballare e bere un buon cocktail.
Un luogo, poco conosciuto dai turisti, è la SALIDA DE LA CALERA, un altro mirador dal quale vedere la città illuminata.
In questi cinque giorni, non sono stato solo a Bogotà, ma a due ore di macchina dalla città, si trova quello che i colombiani definiscono la “Mejor Maravilla”, ovvero la CATEDRAL DI SAL DI ZIPAQUIRA. Questa cattedrale, situata in una miniera di sale, è un luogo molto particolare oltre ad essere molto bello ed è quasi unico, dato che al mondo ce ne sono solo tre e questa in Colombia è l’unica in tutto il sud America. L’ingresso per noi stranieri è di 50.000 pesos.
In questi primi cinque giorni, ho avuto la possibilità di conoscere la capitale colombiana, nei suoi luoghi principali, ma soprattutto, ho avuto modo d’iniziare a conoscere il popolo colombiano che si è dimostrato molto cordiale, gentile ed ospitale. Bogotà è un insieme di contrasti di strutture e classi sociali, ma è anche piena di allegria e di sorriso. Camminando tra le sue strade avrete sempre nelle orecchie la buona musica latina e principalmente salsa e reggaeton.
Il mio lungo viaggio deve continuare, così lascio Bogotà per la mia prossima meta, Tunja. Hasta luego!